Casa d’appuntamento in pieno centro: undici condanne e un’assoluzione
Cinque condanne e un'assoluzione nel processo ordinario e sei con il rito abbreviato. Si è concluso così l’iter dell'inchiesta denominata Reggioland, avviata dai carabinieri di Cannavò - tra il settembre 2014 e il settembre 2015 sotto la direttive del Pm titolare del fascicolo e la direzione dell’aggiunto Gerardo Dominijanni - che il 16 marzo dell’anno scorso aveva portato all’arresto di dodici persone accusate di violazione della legge Merlin.
Il 10 luglio scorso il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato Simona Paviglianiti a tre anni di carcere e 5 mila euro di multa; Vincenzo Comi a tre anni e tre mesi e 5 mila euro; Marialaura Quadro a due anni e sei mesi e 3 mila euro (pena sospesa); Maria Santamaria a tre anni e sei mesi e 5 mila euro e, infine, Emanuele Arco a due anni di carcere e 3 mila euro di multa.
Ieri i “protagonisti” principali dell'inchiesta, i coniugi reggini Francesco Alati (57 anni) e Gregoria Liberata Logoteta (52); Marco Toscano (22); Francesco Armandini (57); Paolo Lombardo (64) e Francesco Massimo Collosi Barbarello (45), che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, sono stati condannati, con la diminuente per il rito, dal Gup Antonino Laganà alle seguenti pene: Alati a 5 anni e 4 mila euro di multa oltre alla interdizione perpetua dai pubblici uffici; Logoteta a 3 anni e 8 mesi, 2500 euro di multa e all’interdizione per cinque anni; Toscano a tre 3 anni e 2 mesi, 1.300 euro di multa e all’interdizione per 5 anni; Armandini a 3 anni, 1.000 euro di multa e all’interdizione per 5 anni; Lombardo a 3 anni, mille euro di multa e all’interdizione per 5 anni; Collosi Barbarello ad 1 anno e 4 mesi e 300 euro di multa.
I giudicanti, stando alle sentenze emesse, hanno sposato appieno l'impianto accusatorio avanzato dalla Procura della del capoluogo.