Taverna, prima edizione per “Un Teatro nel Bosco”
Si terrà dal 12 al 14 agosto nel Villaggio Cutura Sila a Taverna, la prima edizione della rassegna teatrale dal titolo “Un teatro nel bosco”. La prima edizione, per la durata di due giorni, nasce da un insieme d’idee e suggestioni derivate dalla presenza un teatro immerso in uno scenario più grande, quale il Parco Nazionale della Sila Piccola all’interno del quale lo spirito, l’essenza e i suoni della natura incontaminata entrano in contatto con lo spirito e l’ispirazione umana, attraverso le più diverse espressioni dell’arte.
Linguaggi e storie raccontate da personaggi e artisti diversi tra loro che racconteranno, con la loro opera, esperienze di vita, ricordi e prospettive future e come le stesse siano riuscite a dialogare con le proprie radici. Si parte dall’esperienza di Nicola Regina, la cui volontà di scoprire il mondo, partendo da un paesino calabrese si trasforma nel suo diario di viaggio dal titolo “Controvento”, alle atmosfere senegalesi del musicista polistrumentista Boto Cissokho che s’incontrano con le vibrazioni estatiche di Anderson Souza e con l’elegante esuberanza poetica di Marcello Barillà. Mentre si attraversano linguaggi e ritmi, il viaggio ripercorrerà anche le radici spirituali ed esoteriche, nei quali s’innesta la storia e il pensiero di Swami Atmananda; l’eremita indocristiano da cui è tratto il documentario “Il nato due volte”, per confluire nel lirismo troviere di Gianfranco Riccelli e i suoi Arangara.
Lo scopo è di mettere le persone in contatto con le culture e retaggi del mondo, allo stesso modo di come le diverse forme di vita comunicano in una foresta. Favorire il dialogo e descrivere, attraverso il linguaggio dell’arte, come tali influenze abbiano contribuito a creare una propria personalità artistica all’interno del mondo che stiamo costruendo: il teatro nel bosco è la metafora possibile di come potrebbe e dovrebbe essere una società moderna: un mondo dove il confronto, fra “anime salve” sia l’antidoto alla preponderante ondata di populismo a volte soffocante, ma soprattutto esso sia fonte d’ispirazione per nuovi modelli di cultura sociale e dialogo con la bellezza della terra.