Corsi di formazione e fatture false, così si truffava Regione e Provincia

Cosenza Cronaca

Evasione di imposte sui redditi e sull’Iva, truffa ai danni della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza ed ad un altro ente pubblico. Questi i reati contestati dalla Guardia di Finanza di Amantea, nel cosentino, nei confronti di cinque persone che sono state denunciate nell’ambito dell’operazione denominata Factotum, che ha portato anche al sequestro di una settantina di immobili e decine di conti correnti. Tra gli indagati,in qualità di commercialista, anche l'assessore al bilancio dal Comune di Amantea, Rocco Giusta, che ieri si è dimesso proprio a seguito dell'indagine.

Le fiamme gialle hanno eseguito in diverse regioni un decreto di sequestro per equivalente di oltre 1,6 milioni di euro, emesso dal Gip di Paola Maria Grazia Elia su richiesta della Procura locale, in relazione a delle indagini che sono coordinate dal Procuratore Pierpaolo Bruni e dirette dal Sostituto Maria Francesca Cerchiara, nei confronti dei cinque soggetti che sono residenti nelle province di Cosenza, Roma e Siena.

I sigilli hanno riguardato, per la precisione, i saldi attivi di 16 rapporti finanziari e 77 beni immobili tra fabbricati e terreni tra Siena e Grosseto, in Toscana; nella provincia romana; nel Cosentino e Reggino, in Calabria; e nel Messinese, in Sicilia.

UN SOFISTICATO MECCANISMO

Gli investigatori ritengono di aver scoperto un sofisticato meccanismo di false fatturazioni, si calcola pari a circa 9 milioni di euro, per evadere le imposte e creare un indebito credito Iva nei confronti dell’Erario.

Le fatture sarebbero state emesse da una serie di società - due delle quali estere, in realtà create fittiziamente con il solo scopo di rendere più difficoltose le indagini -, e enti morali e associazioni no profit intestate a “prestanome”. Il falso credito di imposta sarebbe stato poi utilizzato indebitamente per compensare i debiti Iva e ritenute d’acconto nei confronti di numerosi soggetti e mai versate.

Una parte delle fatture false, infatti, sarebbe stata usata – insieme ad altra documentazione mendace – come giustificativo di spesa nell’ambito di un progetto di formazione professionale per l’apprendistato denominato “Addetto al ricevimento”, e nell’ambito di corsi di formazione organizzati nei settori della gestione di un’azienda agrituristica, della tecnologia informatica nella gestione e promozione dell’agriturismo, dell’agricoltura sostenibile, del rispetto per l’ambiente e qualità dell’azienda turistica.

1,6 MILIONI DI EURO FINITI SU CONTI ESTERI

Tutte le operazioni illecite venivano abilmente “schermate” da scritturazioni contabili predisposte opportunamente che, come dimostrato anche dal loro confronto con i movimenti bancari sui conti sia aziendali che personale del principale indagato, avrebbero consentito di veicolare oltre 1,6 milioni di euro a beneficio del presunto truffatore che ha in parte trasferito il denaro su conti correnti esteri.

Con questi stratagemmi gli indagati avrebbero dunque ingannato gli Enti finanziatori, che provvedevano quindi ad accreditare le relative somme.

Al temine delle indagini sono state così denunciate cinque persone per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.