Incassavano la pensione di parenti morti: denunciati in undici, sequestrati i beni
Gli investigatori l’hanno battezzata ironicamente “Operazione Highlanders”, permeando il titolo da un celebre film sulle vicende di un immortale. Un nome che si addice alla vicenda scoperta nel cosentino.
Le indagini hanno riguardato infatti una decina di ultranovantenni: l’Inps gli accreditava regolarmente la pensione sui conti correnti cointestati anche a parenti e, quest’ultimi, la ritiravano per conto dei beneficiari.
L’inghippo però salta fuori una volta che i finanzieri scoprono che i nonnini erano belli e defunti e già da alcuni anni: quattro nel 2012, due nel 2013 e cinque nel 2014. Così sono scattate le denunce a carico di undici persone accusate di aver percepito indebitamente delle erogazioni a danno dello Stato.
Tra gli indagati spiccano due parenti che, cointestatari del conto corrente con il defunto, venuto a mancare dal 2012, avrebbero continuato a ricevere ingiustamente ed in concorso tra di loro circa 62 mila euro. L’importo più alto l’ha raggiunto invece una 55enne del cosentino che ha incassato poco più di 77 mila euro per pensioni della familiare defunta nel 2012.
Per tutti il Giudice delle Indagini preliminari presso il Tribunale di Castrovillari, Letizia Benigno, ha disposto il sequestro preventivo di beni e denaro equivalenti al profitto dei reati.
452 MILA EURO DI PENSIONI PAGATE ILLECITAMENTE
Le investigazioni sono state avviate autonomamente, in tutta la provincia, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria. Nell’ambito delle indagini disposte poi dal Procuratore della Repubblica, Eugenio Facciolla e dal Sostituto Angela Continisio, della Procura di Castrovillari, sono stati così notificati i provvedimenti di sequestro nei confronti dei soggetti delegati o cointestatari di conti sui quali l’Inps aveva erogato e continuava ad erogare la pensione a loro familiari: in totale un importo di poco più di 452 mila euro.
Dagli accertamenti iniziali svolti sui pensionati ultranovantenni, era infatti emerso che alcuni soggetti, sebbene deceduti, continuavano a percepire l’indennità anche dopo la data di morte. I finanzieri, utilizzando le banche dati in uso al Corpo, hanno investigato su circa 15 mila soggetti rientranti negli elenchi forniti dall’Istituto di previdenza, interessando anche tutti i Comuni della provincia di Cosenza affinché ne comunicassero l’esistenza in vita o l’eventuale data del decesso.
Ottenute tutte le risposte hanno riscontrato delle discordanze nella documentazione acquisita e così hanno richiesto alla Procura dapprima di poter accedere all’archivio “Anagrafe dei Conti” e poi di svolgere i relativi accertamenti bancari e postali: arrivando a scoprire la truffa.