Altro primato negativo per la Calabria: 72 i Comuni a rischio default

Calabria Attualità

Italia divisa in due: dei 556 Comuni in dissesto (7% del totale nazionale), ben oltre il 70% si trova nel Meridione. La Calabria registra criticità in 72 amministrazioni (13 deficitarie, 30 in pre-dissesto e 29 in dissesto), collocandosi al secondo posto dopo la Sicilia sul podio delle regioni italiane che vantano più comuni in crisi finanziaria.

Questa la fotografia scattata dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti che ha pubblicato un documento sullo stato di crisi degli enti locali nato da un lavoro di ricerca basato su una complessiva ricognizione dei dati statistici riferiti alle diverse situazioni indicative di crisi finanziaria: condizione di deficitarietá strutturale, pre-dissesto e dissesto.

Un'analisi che ha interessato un arco temporale dal 1989, data di entrata in vigore della normativa sul dissesto, e che si estende fino al 2016.

I dati della ricerca, elaborati in base alle rilevazioni più recenti ottenute da varie fonti (Ministero dell'Interno, Corte dei Conti, Istituto per la Finanza e l'Economia locale), indicano una ripresa, negli ultimi anni, dei fenomeni di crisi finanziaria, evidenziata in primo luogo dalla dinamica dei dissesti aumentati progressivamente dal 2000 ad oggi, con un picco di 24 nel 2014 e di 17 l'anno scorso.

UN QUADRO PREOCCUPANTE

Un quadro preoccupante che vede annoverare tra gli enti dissestati anche capoluoghi di provincia quali Caserta, Potenza, Vibo Valentia e altre note città. Numerose le procedure ancora aperte: ben 325 le amministrazioni a rischio, di cui 67 deficitarie, 151 in pre-dissesto e 107 in dissesto.

Fenomeni che appaiono particolarmente concentrati nelle regioni del mezzogiorno e fra gli enti locali di piccole dimensioni, fino a rappresentare in alcune aree una condizione quasi endemica.

Infatti il 60% degli enti che si trovano in situazioni di deficitarietà è concentrato nelle classi demografiche con popolazione inferiore a 5 mila abitanti, dunque enti di piccole dimensioni di cui il 40% vede amministrazioni con popolazione fino a duemila abitanti. Il restante 40% è concentrato nelle classi demografiche tra i 5 mila e i 60 mila.

“Per superare le criticità in atto è necessario far emergere in modo tempestivo le situazioni di squilibrio - spiega Massimo Miani, Presidente della Fondazione Nazionale dei Commercialisti – introducendo pochi e semplici parametri che attestino la reale situazione economica delle amministrazioni. Inoltre bisogna rafforzare il monitoraggio dei comuni con meno di 15 mila abitanti che, secondo quanto emerso dal nostro studio, sono quelli più a rischio”.