Leda Battista al Suoni festival di Castrovillari
Dalla canzone cantautoriale, al red passion, passando attraverso le ballate per far conoscere le figure di donne valorose, combattenti, coraggiose, che sfidano il potere, la ‘ndrangheta e osteggiano i soprusi; per finire con le tarantelle dell’Irpinia.
Così può essere sintetizzata la seconda serata di concerti, ben quattro, del Festival Etno Jazz “Suoni” XII edizione, evento organizzato dalla Pro Loco di Castrovillari in collaborazione con la locale Amministrazione Comunale. Alle musiche della Presila cosentina dei VillaZuk, caratterizzate dalla forma canzone cantautoriale, sulla quale s’innestano sfumature country, pop e reggae, il compito di rompere il “ghiaccio”. Ritmiche dinamiche, colori e tinte in levare, spiccato senso melodico per la band cosentina, vincitrice del premio De Andrè Onlus 2017, hanno riecheggiato nel duecentesco Chiostro del Protoconvento francescano di Castrovillari.
A seguire il sound più vintage e blues di Leda Battisti. La grande passione per la musica e il canto e in particolare per la chitarra, la porta a comporre già dall’età di dieci anni e a diplomarsi, in seguito, in chitarra classica presso il conservatorio di Terni. Dopo varie esperienze musicali giovanili, approda a Raiuno nella trasmissione di Pippo Baudo “Partita doppia” e dopo sei puntate vince, premiata da Domenico Modugno, il trofeo come giovanissima cantautrice.
L’artista si è presentata al pubblico di “Suoni” con un viaggio dove, insieme alla sua inseparabile amica “la chitarra”, oltre a percorrere i successi della sua carriera, ha incantato il pubblico di “Suoni” con alcune cover famose rivisitate in chiave red passion.
Cambio di set e nella corte del Castello Aragonese, la cantastorie calabrese, Francesca Prestia, ha intonato ballate tratte dall’ultimo suo lavoro dal titolo “Mare Nostrum”. L’artista catanzarese, costantemente in giro per la penisola per far conoscere le sue figure di donne valorose, combattenti, coraggiose, che sfidano il potere, la ‘ndrangheta e osteggiano i soprusi, ha duettato con l’artista arberesch, Pino Cacozza, cantato il “Tango di Nefelis” contro la violenza sulle donne.
A chiudere la serata le tradizioni musicali dell’Alta Irpinia con i “Solisti di Montemarano”. Gruppo di musica popolare fondato nel 1998 da Achille D’Agnese, Gianni Cantone e Beniamino Palmieri. Nel corso del loro cammino si registrano collaborazioni artistiche che hanno certamente lasciato il segno come quella con il grande Eugenio Bennato.