Sopresi con mezzo quintale di pesche rubate, in manette mamma e figlio
Quasi mezzo quintale di frutta: madre e figlio la trasportavano in un’auto stracolma quando sono stati intercettati da una pattuglia della Guardia di finanza. Una volta fermati non sono stati in grado di giustificarne la provenienza e, alla fine, non hanno potuto far altro di ammettere di averla rubata da un frutteto.
Sono esattamente 460 i chilogrammi di pesche che i due, tra l’altro con diversi precedenti di polizia, aveva trafugato in un fondo di frazione Lauropoli, a Cassano allo Ionio, nel cosentino, dove le fiamme gialle li hanno beccati proprio mentre uscivano dal terreno.
Avvisato il proprietario del frutteto, che ha poi sporto querela, per mamma e figlio sono così scattate le manette: su disposizione della Procura la prima è stata posta ai domiciliari mentre per il secondo si sono spalancate le porte della casa circondariale di Castrovillari. Dovranno entrambi rispondere del reato di furto. La merce, una volta dissequestrata, è stata invece riconsegnata al legittimo proprietario.
Con questa operazione, affermano soddisfatte le fiamme gialle di Sibari, che hanno eseguito l’arresto, si è così scongiurata la vendita illegale di prodotti frutticoli sul mercato con una conseguente evasione fiscale, a danno dei venditori onesti e anche una esposizione al rischio dei consumatori dovuta all’eventuale e possibile presenza di insetticidi a base di imidacloprid ancora efficaci.
“Un motivo in più - raccomandano in finanzieri - per acquistare i prodotti alimentari presso filiera distributiva legale, la sola che può assicurate una piena ed effettiva tutela del consumatore”.