Droga ed estorsione. Otto in manette, anche il presunto omicida del piccolo Cocò

Cosenza Cronaca
Cocò Campolongo

Detenzione e porto di armi comuni e clandestine; acquisto, spendita e introduzione nello Stato di banconote false, truffa, ricettazione, furto in abitazione, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e, dulcis in fundo, estorsione.


Sono queste le accuse mosse nei confronti di otto persone arrestate questa mattina dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e della Compagnia di Castrovillari nell’ambito di un’operazione condotta tra Firmo, Lungro, Spezzano Albanese e Cetraro.

I militari gli hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale della città del Pollini: in due sono finiti in carcere e gli altri sei ai domiciliari.

Tra gli arrestati c'è Cosimo Donato, detto "topo", 40enne attualmente detenuto e che, insieme a Faustino Campilongo, di 41 anni, detto “panzetta”, è accusato dell’omicidio del piccolo Cocò Campolongo, il bambino di appena tre anni ucciso e bruciato in auto il 16 gennaio del 2014, a Cassano allo Ionio, insieme al nonno Giuseppe Iannicelli e alla compagna marocchina di questi, Ibtissam Touss.

Le indagini, avviate a seguito dell’arresto dei due presunti killer, sono scattate per evitare che i coinvolti potessero continuare a gestire i loro affari criminali.

Da qui la decisione dei magistrati di eseguire delle intercettazioni ambientali durante i colloqui con i familiari. E proprio durante uno di questi incontri sarebbe emerso che Donato, oltre a covare vendetta verso i carabinieri che l’avevano arrestato, avrebbe dettato alla moglie, Vittoria Bellusci - 38 anni, anche lei arrestata - delle disposizioni per i componenti della banda così che potessero continuare con le attività durante e nonostante la sua assenza.

Le investigazioni - estese anche ai componenti della famiglia ed ai loro fiancheggiatori – hanno portato inoltre a diversi riscontri oltre che al ritrovamento di armi, in particolare due fucili e una pistola col relativo munizionamento; di stupefacenti e di banconote contraffatte. Per questi fatti, nel settembre del 2016, i militari di Castrovillari avevano già eseguito nove arresti, in carcere, e denunciato in stato di libertà diversi affiliati.

Ai domiciliari sono oggi finiti Angelo Bellusci di 39 anni, Mirko Bruno (31), Francesco Donato (53), Pasqualina Pellegrini (38), Sandro Cofone (40), Alessio CarmineTundis(30). Per una persona è stato disposto l’obbligo di presentazione ai carabinieri.