Estorsioni ed usura: è boom di denunce. Così le mafie sottomettono il ricco Nord
Controllare il territorio, soprattutto quello delle ricche regioni del Nord. Non più e solo quelle del Sud, certamente più povere e ormai “disgraziate”.
La criminalità organizzata, tra cui certamente la ‘ndrangheta calabrese, aumenta la sua pervasività in tutta Italia e lo fa utilizzando lo “strumento” dell’estorsione.
Una modalità di soggiogamento del tessuto economico in forte aumento particolarmente nel nord est del Paese e che negli ultimi cinque anni ha fatto registrare un’ondata di denunce, aumentate addirittura di più del 64%, passando in un lustro dalle quasi seimila inziali a circa diecimila.
IL DATO, allarme, emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia che ha analizzato il trend facendo notare come il boom di denunce, appunto, arrivino in maggior parte dalla ricca Lombardia.
"Il fenomeno estorsivo è un tipico reato praticato dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso ai danni degli imprenditori. Oltre ad acquisire illecitamente del denaro con la violenza e le minacce, l'obbiettivo principale è quello di controllare il territorio” puntualizza Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi veneto sottolineando la diffusione del fenomeno “in modo capillare in tutto il Paese e in particolare nelle regioni più ricche”.
Un altro elemento inquietante della pervasività mafiosa è quello rappresentato poi dall'usura. Il segretario della Cgia Renato Mason pare sconsolato nell’affermare, dal canto suo, che con le sole denunce effettuate “non è possibile dimensionare il fenomeno” dato che le segnalazioni, purtroppo, sono molto esigue.
Un problema dovuto - ricorda sempre Mason - al fatto che le vittime difficilmente trovano la forza per denunciare gli “strozzini”.
Tra le cause di questa avanzata illegale certamente vi è il perdurare della crisi economica ma anche la conseguente stretta creditizia: “le scadenze fiscali o la necessità di fronteggiare piccoli imprevisti di spesa” evidenzia ancora il segretario della Cgia, spinge infatti molte micro aziende nella morsa degli usurai, “spesso – spiega - per importi molto contenuti che non superano qualche migliaio di euro". Ma un’altra delle che probabilmente spingerebbe tra le braccia degli usurai “è il perdurare del credit crunch praticato dalle banche nei confronti delle imprese”.
LE REGIONI COL "CAPPIO AL COLLO"
La regione che registrano il più alto numero di denunce segnalate all'Autorità giudiziaria, nel periodo preso in esame, è la Lombardia che nel 2015 ne ha registrate 1.336. Al secondo posto la Campania con 1.277, al terzo il Lazio con 916. Incrementi importanti hanno interessato le regioni del Nordest come il Trentino Alto Adige (+188 per cento, in valore assoluti +94); Emilia Romagna (+172,8 per cento, + 501 in termini assoluti); Friuli Venezia Giulia (+125,4 per cento, +79 denunce) e Veneto (79,5 per cento, pari ad un aumento in termini assoluti di 217 denunce).