“Giardini muti e in filigrana”, ultima opera di Mimma Scibilia
Promossa dall’Editore Laruffa e dall’Associazione Culturale “Anassilaos” si terrà il 30 agosto alle 19e30 presso il Lido Stella Marina di Pentimele la presentazione dell’ultima opera letteraria della poetessa Mimma Scibilia “Giardini muti e in filigrana (Nel Paese delle meraviglie)”. A presentare la silloge sarà la professoressa Francesca Neri.
Mimma Scibilia è nata a Reggio Calabria dove vive e ha lavorato come assistente sociale nella programmazione dei servizi sociali della Regione Calabria. Si è dedicata da sempre alla poesia ed ha al suo attivo numerosi premi letterari e la partecipazione, da almeno un trentennio, ad attività culturali e alla redazione di riviste culturali. Sensibile alla condizione della donna, ha pubblicato “Al sonno di cicale querce e pietre” (Laruffa editore, 2000), con la collaborazione della Commissione regionale delle pari opportunità, interpretando magnificamente umori, suoni e colori della sua terra di Calabria. Successivamente ha pubblicato “Dell'amore e della bellezza (tra dolore e armonia)” sempre Laruffa editore, 2007, con la collaborazione del Consiglio provinciale Cif (Centro italiano femminile) di Reggio Calabria.
Ancora ha pubblicato “Sul tappeto del ricordo” Laruffa editore, 2013, incontro con gli artisti e le genialità del tempo passato, attraverso l'aiuto di una guida spirituale, Hiram Abiff l'architetto del tempo del re Salomone.
La nuova silloge vuole essere –– nel come scrive la stessa autrice presentare il suo volume una sorta di omaggio “ai miei amici gli animali, compagni di viaggio meravigliosi, che insegnano a tutti noi come il mondo sia un'esperienza di bellezza e poesia, da vivere con lo stupore e la meraviglia uniti all'ansia dell'infinito. Ad essi, creature nella vastità armonica e regolare dell'intero universo, il mio ringraziamento per avermi custodito il cuore-bambino, capace di parlare di qualcosa di antico come la notte dei tempi e di avermi fatto ripercorrere, con passi adulti, la strada che conduce finalmente a casa. Tra noi e gli animali, infatti, si snoda uno dei misteriosi arcani della vita e, nel momento in cui ci seducono e noi seduciamo loro, essi ci raccontano di quell'equilibrio perfetto e divino che lega l'universo, nel quale la gioia e il dolore di vivere sono il respiro di un'anima universale che tutto comprende. Beato perciò colui il quale, riconoscendo e rispettando la vita degli animali e considerandoli fratelli nella malattia e nella fame, accetterà meglio la propria bellezza animale donatale dal Buon Dio e sarà in grado di amare tutto quel prossimo che, nel corso della sua vita, incrocerà sulle strade del mondo. La natura e le sue creature avranno, infatti, sempre il potere di rompere quella catena perversa che, insieme all'avidità, inquina questo mondo, rovina l'ecosistema e uccide la stessa vita non tenendo conto che, tutto è semplice e naturale e confina nel mistero dell'esistenza e della morte. Nell'universo, profondo e pieno di fascino, c'è posto per tutti, soprattutto per gli esseri più fragili, perciò all'uomo l'obbligo di custodire la sacralità del creato e delle sue creature, e di proteggerlo dalle insidie e dai pericoli in un periodo storico, come ci ricorda papa Francesco, in cui i nostri cuori sembrano essersi induriti; e poi di ristabilire la fratellanza, non solo tra gli uomini, ma con tutti gli esseri viventi comprese le stesse pietre e piante. Gli uccelli che ornano il cielo, le api così operose sulla terra, i fiori che profumano nel verde della collina non sono soltanto l'armonia e il canto della creazione e quindi inni alla bellezza, ma nostri parenti e affini, perché nel più semplice dei granelli di polvere, proprio lì, si incontrano l'umano e il divino e noi siamo belli e meravigliosi perché sentiamo tutti più vicini a noi sulle onde del sentimento e dell'intelligenza”.