Torromino (FI): “no” secco al nuovo hot spot che ospiterà ottocento migranti
Il Consigliere comunale Sergio Torromino in merito al tema Hotspot affrontato nell'odierno consiglio comunale di Crotone si esprime così: “recentemente il Ministro degli Interni ha disposto l’apertura di sei nuovi hot spot migranti, di cui tre in Calabria, tra i quali Crotone con allestimento di una struttura permanente per 800 persone; il tema della paventata istituzione di un “Hot Spot” cioè di una struttura di accoglienza, identificazione e smistamento migranti presso il porto di Crotone assume carattere di straordinarietà e di urgenza, e da subito intendiamo dichiarare la nostra posizione di netta contrarietà e di mobilitazione, in frontale opposizione a tale scellerata ipotesi di aggiungere ancora una struttura alla filiera del “Business della Disperazione” già così pesantemente presente nella città di Crotone, come purtroppo i cittadini hanno da tempo modo di constatare quotidianamente”.
il tema della paventata istituzione di un “Hot Spot” cioè di una struttura di accoglienza, identificazione e smistamento migranti presso il porto di Crotone assume carattere di straordinarietà e di urgenza, e da subito intendiamo dichiarare la nostra posizione di netta contrarietà e di mobilitazione, in frontale opposizione a tale scellerata ipotesi di aggiungere ancora una struttura alla filiera del “ Business della Disperazione” già così pesantemente presente nella città di Crotone, come purtroppo i cittadini hanno da tempo modo di constatare quotidianamente”.
“A tal proposito – prosegue Torromino - annunciamo una iniziativa, che come gruppo consiliare di Forza Italia, infatti depositeremo nei prossimi giorni una mozione specifica, che, a norma di regolamento comunale vigente, dovrà essere posta in discussione nella prossima seduta di assemblea consiliare, finalizzata a far esprimere la volontà di tutto il consiglio comunale di Crotone”.
Il consigliere rivolge al sindaco a nome della delegazione comunale “le ragioni della nostra posizione di netta contrarietà hanno solide fondamenta di merito e ne faremo ora una specifica trattazione, proprio per rendere consapevoli ed edotti tutti i colleghi consiglieri e soprattutto tutti i cittadini crotonesi, i quali devono essere messi al corrente delle conseguenze sociali e civiche della realizzazione di tale struttura sul porto di Crotone”.
“In via preliminare - i consiglieri rammentano - che a Crotone è già presente presso Sant’Anna un Cara tra i più grandi d’Europa il quale ospita permanentemente circa 2000 richiedenti asilo, e che ha prodotto le criticità drammaticamente esposte alla opinione pubblica dalla recente inchiesta di cronaca giudiziaria che ha coinvolto l’ente gestore per appalto pubblico.
Entrando nel merito intendiamo sottoporre a tutto il consiglio comunale la riflessione su tre punti e dati oggettivi che riguardano proprio tali strutture denominate appunto Hot Spot: la prima considerazione è proprio sulla natura giuridica di tali strutture gli Hot Spot, gli stessi risultano attualmente privi di copertura giuridica; la Commissione europea ha adottato l'Agenda europea sulla migrazione con lo scopo di raggiungere una gestione più efficace e condivisa del fenomeno; in attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione e a norma delle direttive comunitarie 2015/1523 e 2015/1601, il Governo ha presentato un documento di attuazione degli impegni assunti dall'Italia chiamato Road map che introduce i centri cosiddetti hots pot; la Road map è pertanto un documento programmatico e non costituisce in alcun modo una fonte normativa, infatti in audizione presso la ‘Commissione di inchiesta parlamentare sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate tenuta il 29 luglio 2015, il Ministro dell'interno Alfano già affermava come i centri cosiddetti hot spot risultassero al momento della loro istituzione privi di copertura giuridica.
Tale circostanza, ricordando che i migranti che arrivano sulle coste italiane per circa l’80% sono migranti economici e solo il 20% circa ha i requisiti per la richiesta d’asilo, ha l’effetto di generare una enorme quantità di ricorsi in tribunale e contenziosi legali i quali di fatto impediscono alle persone che dovrebbero essere rimpatriate ed allontanate dal territorio nazionale di rientrare effettivamente nel proprio paese d’origine; tutto ciò con il risultato finale di produrre nuovi gruppi di disperati che aggiungendosi a quelli già presenti vagherebbero in città, vivendo di espedienti, sopravvivendo in condizioni di carenza igienico/sanitaria al di fuori di qualsiasi forma di dignità umana”.
“No al business dei disperati – è il secondo motivo di disapprovazione - concreti investimenti sulla struttura portuale di Crotone! La istituzione di una struttura Hot Spot per accoglienza migranti sul porto di Crotone in via permanente, determinerà di fatto la fine di ogni progetto di sviluppo futuro fortemente trainante nel settore turistico/commerciale e di mancata crescita economica del porto di Crotone; sarebbe inutile ed ipocrita non riconoscere quello che è il contesto già oggi prodotto dall'impatto su tutto il territorio provinciale dalla presenza dei migranti richiedenti asilo e dei migranti economici sulla vita quotidiana dei cittadini crotonesi. Una presenza costante e fastidiosa di parcheggiatori abusivi, una questua perpetua (spesso molesta) presente ogni giorno all’esterno degli esercizi commerciali e per le vie del centro cittadino , e un centro storico letteralmente invaso da diverse etnie che sono protagoniste di scontri tribali fra bande, risse, fatti di cronaca nera a cadenza giornaliera. Tutti tali fattori sono oggettivamente incompatibili con un livello civico degno di una città a vocazione turistica ed uno sviluppo armonico e virtuoso della comunità; inoltre l’istituzione della nuova struttura andrebbe ad incrementare tali aspetti critici e ad amplificare il disagio crescente per la sicurezza e la garanzia igienico sanitaria dei cittadini crotonesi”.
Incalzano ancora i componenti di Forza Italia – “sappiamo già quali effetti devastanti avrà tale struttura; In Italia sono già attivi altre strutture Hot Spot già istituite e funzionanti da circa 2 anni, pertanto i risultati e gli effetti concreti prodotti da tali strutture sono dati acquisiti e nel nostro caso predittivi di ciò che realisticamente accadrebbe anche a Crotone; è utile osservare che attualmente gli Hot spot attivi sono diversi tra i quali Lampedusa, Pozzallo e Trapani: dalle prime denunce pubbliche gli Hot spot più che a ricollocare i migranti in altri Stati membri dell’Unione Europea appaiono come dei luoghi dove si attuano dei metodi sommari e discrezionali di distinzione tra rifugiati e cosiddetti ‘migranti economici’;
La Commissione di inchiesta della Camera sui centri per stranieri ha riscontrato gravi problemi per la presenza prolungata di minori non accompagnati, in condizione di grave promiscuità con gli adulti, e per la generale inadeguatezza delle strutture”.
“Altro dato da parte delle questure di Agrigento e di Ragusa si rilevava il numero più alto dei provvedimenti di respingimento differito – ricorda il capofila Torromino - con conseguente dispersione nel territorio dei destinatari di quelle misure.
Ancora un dato inquietante è ad esempio la situazione nell’isola di Lampedusa, con il trattenimento prolungato, anche un mese ed oltre, di numerosi migranti, in parte anche minori, che si opponevano al prelievo delle impronte digitali, o nel caso dei minori, per la impossibilità di trovare una struttura di prima accoglienza. Le diverse circolari ministeriali in materia di Hot spot che si sono succedute nel tempo hanno solo cercato di ratificare le prassi di polizia che si attuavano concretamente, frutto di decisioni politiche non formalizzate in atti aventi forma di legge, e spesso corrispondenti a comportamenti materiali che non trovavano riscontro in provvedimenti formali, come tali notificati agli interessati ed immediatamente ricorribili”.
In conclusione “nessun vantaggio potrà mai venire per i cittadini crotonesi dalla realizzazione di tale nuova struttura di accoglienza, identificazione e registrazione dei migranti sul porto di Crotone, (sia presente alla memoria di tutti noi che già vantiamo ingenti ed annosi crediti dal governo centrale dello Stato italiano, come la mancata bonifica ambientale, i mancati investimenti su ss.106, sula ferrovia ionica, sul porto sull’aeroporto e sulle infrastrutture in generale) ma in compenso potrebbero arrivare nuovi disagi e nuovi danni da aggiungere a quelli che già i cittadini subiscono e conoscono per esperienza personale. In realtà solo la filiera degli operatori e delle associazioni partecipanti alla rete Sprar (Servizio Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati) potrebbero conseguirne vantaggi economici.
Da ultimo, certamente non in termini di importanza, teniamo a chiarire che non siamo ostili in maniera preconcetta e immotivata all'accoglienza”.
“Siamo contrari all'accoglienza senza prospettive certe per i profughi – termina la nota - i veri profughi, persone bisognose di umana e cristiana accoglienza nei cui confronti nutriamo sentimenti di grande solidarietà. Non possiamo e non vogliamo dimenticare che in un passato non molto lontano l’Italia e il meridione d’Italia in particolare sono state terre di migrazioni massicce verso altre nazioni e altri continenti.
Italiani che con i loro sacrifici e la loro laboriosità hanno contribuito e dato un notevole impulso allo sviluppo di quelle nazioni. Quindi Signor presidente, Signor sindaco, Signori colleghi consiglieri vi invitiamo a riflettere seriamente ed ad approfondire la valutazione sugli aspetti critici e specifici che sono stati indicati, ed affermando la nostra disponibilità al dialogo costruttivo ed ad azioni a vantaggio del bene comune dei cittadini crotonesi, ribadiamo come gruppo consiliare di Forza Italia la nostra posizione di ferma contrarietà alla realizzazione di un Hot Spot sul porto di Crotone”.