M5S Corigliano: No all’hotspot nel porto, sabato un corteo di protesta
Il M5S di Corigliano dice No all’apertura di un hotspot nel porto cittadino. “Basta immigrati: Corigliano ha già fatto accoglienza", sostengono in pentastellati che invitano il Sindaco e l’amministrazione tutta ad assolvere al loro mandato “con responsabilità e nel rispetto delle leggi, tutelando i cittadini e la città” affermano.
Sul fenomeno dell’immigrazione il m5s ritiene infatti che sul territorio di Corigliano Calabro, il Prefetto, con la piena collaborazione del sindaco (e soprattutto con la incondizionata collaborazione dell’assessore competente, Marisa Chiurco) “stia ponendo in essere atti” che andrebbero al di là della normativa in materia.
“A ragione della nostra affermazione - sostengono - poniamo la violazione della “clausola di salvaguardia”, che riteniamo sia stata posta in essere in occasione dell’apertura di un CAS, nel mese di ottobre 2016, nella nostra città nonostante la presenza nel comune dello SPRAR, operativo già dal giugno 2016. Infatti, il Ministero degli Interni con nota del 11 ottobre 2016 trasmessa a tutti i Prefetti della Repubblica, li invitava ad attivare una politica di “governance” applicando una clausola di salvaguardia, che renda esenti i comuni che appartengono alla rete SPRAR dall’attivazione di ulteriore forme d’accoglienza”.
Tutto questo, dicono, “sotto gli occhi consenzienti e compiaciuti del Sindaco e dell’assessore Chiurco (da sottolineare che quest’ultima, poco tempo fa, è stata premiata per il suo operato con la carica di referente dell’accoglienza ai minori in Calabria dall’ANCI)”.
Cosa ancor più grave, secondo i 5 stelle sarebbe poi che sia il Sindaco che l’assessore Chiurco “non si stiano opponendo all’apertura di un hotspot nel porto di Corigliano, al pari di tante altre amministrazioni stanche di sopperire ad un grave, ed oramai insostenibile, fenomeno alimentato da poteri ambigui. Quello stesso porto che doveva diventare un porto turistico viene utilizzato dal prefetto di Cosenza, dott. Tomao, per l’allestimento di una struttura (hotspot) non regolamentata, teoricamente allestita per identificare, registrare e raccogliere le impronte digitali dei migranti appena sbarcati. Le operazioni dovrebbero avere la durata massima di poche ore per poi procedere al ricollocamento degli immigrati nei vari stati membri della CE”.
“Purtroppo – continuano - registrare un numero così elevato (considerati i numerosi sbarchi che si prevedono) è quasi impossibile in un lasso di tempo breve. La maggior parte dei migranti che arrivano in Italia non si fanno identificare e le autorità italiane non possono fare altro che lasciarli andare via e circolare sul territorio senza identificazione nè controllo. Unico risultato è l’aumento di stranieri che vagano sul territorio irregolarmente, creando non di rado gravi difficoltà alla realtà ospitante e relative tensioni sociali. Questi sono gli hotspot!”
Una situazione che sarebbe divenuta insostenibile portando il M5S, anche per dare voce ai cittadini, a indire una manifestazione di protesta che si terrà sabato 22 luglio, con un corteo che avrà inizio alle 9.30 davanti al Quadrato di Schiavonea per proseguire fino al porto. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.