Sposato (Cgil): “Crisi regionalismo, serve svolta concreta su investimenti”

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“Ci troviamo di fronte al livello più alto di crisi del regionalismo Calabrese, con interi settori commissariati, salute, agricoltura, turismo, attività produttive, ed un Consiglio regionale svilito che si riunisce solo 6 volte in un anno, impermeabile ed insensibile all’emergenza sociale, che non ha un sussulto e non si interroga nemmeno quando la Calabria brucia nella stagione degli incendi. Per queste ragioni occorre una svolta concreta della giunta e dell’intero consiglio regionale in questa coda di consiliatura che dia credibilità all’azione politica”. È quanto afferma Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, che annuncia “iniziative, assemblee e manifestazioni di carattere territoriale e regionale per ricercare alleanze unitarie e contribuire a costruire momenti di confronto con quella Calabria che non è ancora rassegnata, con i giovani, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze, per ridare centralità e speranza allo sviluppo, al lavoro, la legalità, la salute e il territorio”.

“La Calabria è una regione vecchia – prosegue Sposato - necessita di riforme, a partire dalla geografia istituzionale, dalle partecipate regionali, dagli enti strumentali in parte commissariati. A fronte di una programmazione comunitaria inefficace dal 2000-2013, il nuovo governo Regionale Calabrese, in carica dal 2014, poteva invertire una tendenza con la nuova programmazione. Così non è stato. A nulla sono valse le richieste anche nei diversi comitati di sorveglianza Por che abbiamo fatto come Cgil per una inversione di tendenza della spesa per evitare interventi parcellizzati, che non avrebbero garantito qualità, sviluppo, lavoro, impedito la tracciabilità della spesa dei soggetti beneficiari, cosa richiesta anche dalla commissione europea.

“Dopo il Patto per la Calabria, il masterplan, il patto per il Sud, i contratti di sviluppo, a forte ritardo di esercizio, come sindacato unitario abbiamo proposto nelle diverse cabine di regia tenute nei tavoli con la giunta regionale, un piano di sviluppo per elaborare un piano regionale per il lavoro, partendo dalla Zes di Gioia Tauro, dalla logistica e mobilità, dall’assetto e dalla difesa del suolo e manutenzione del territorio, dalle filiere agroalimentari e produttive, dai beni archeologici, culturali ed ambientali, al turismo, con il coinvolgimento delle università e del mondo della ricerca per incentivare nuove start up ed i giovani che sono in fuga dalla Calabria.

“Le cabine di regia sono state per lo più la rassegna ripetuta di elenchi di numeri, di percentuali, che ad oggi hanno avuto solo ed esclusivamente il valore della conoscenza teorica ma che non hanno prodotto alcuna azione significativa e di esercizio, o apertura di cantieri reali. Con rammarico, constatiamo che ci troviamo di fronte al livello più alto di crisi del regionalismo Calabrese, con interi settori commissariati, salute, agricoltura, turismo, attività produttive, ed un Consiglio regionale svilito che si riunisce solo 6 volte in un anno, impermeabile ed insensibile all’emergenza sociale, che non ha un sussulto e non si interroga nemmeno quando la Calabria brucia nella stagione degli incendi. Per queste ragioni occorre una svolta concreta della giunta e dell’intero consiglio regionale in questa coda di consiliatura che dia credibilità all’azione politica”.