L’appello dell’Aipp: Il Piano nazionale antibracconaggio non resti lettera morta

Calabria Attualità

Dare una concreta attuazione al piano nazionale di contrasto al bracconaggio dell’avifauna, come stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni lo scorso 30 marzo.

È l’appello indirizzato dall’Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale (l’Aipp) ai ministri dell’Ambiente, Galletti, e dell’Economia, Padoan, nonché alle Regioni e ai presidenti delle Commissioni bilancio di Camera e Senato, alla vigilia dei lavori di prima stesura della legge di bilancio per il 2018.

Nell’Accordo in Conferenza Stato-Regioni, predisposto col contributo scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), spiega la stessa Aipp, “erano espressamente previste due azioni prioritarie urgenti per evitare il pesante assottigliamento del personale di vigilanza venatoria ed ambientale alle dipendenze di Province e Città Metropolitane”.

“La prima mossa – precisa l’Associazione - era garantire il mantenimento delle attività svolte dai corpi di polizia venatoria precedentemente gestiti dalle Province, riportando il personale addetto alla sorveglianza al numero in servizio nel 2007, anno dell’ultima rilevazione ISTAT”, attraverso il rientro del personale messo in mobilità forzata verso altre amministrazioni, a seguito dei tagli alle spese di personale operato con le ultime leggi di stabilità.

“La seconda – aggiunge - rimuovere gli ostacoli normativi alla conservazione delle funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, laddove le Regioni abbiano assorbito, assieme alle funzioni di caccia e pesca precedentemente in carico alle Province, anche tutto o parte del personale di vigilanza ittico-venatoria (ad esempio: Liguria, Veneto, Puglia).”

Secondo l’associazione professionale dei guardiacaccia pubblici e del personale di polizia in campo ambientale sarebbe “inutile pensare ad un contrasto degli illeciti contro la fauna selvatica se permane il blocco del turnover o se non si recuperano le professionalità forzatamente esodate in altri enti pubblici a seguito dei provvedimenti sulla mobilità del personale degli enti di area vasta”.

Rispetto ai dati del 2007, il personale degli enti territoriali dedicato alla lotta al bracconaggio e al presidio del territorio rurale si è praticamente dimezzato, a causa di pensionamenti, blocco dei concorsi, mobilità obbligatorie, tagli di risorse alle Province.