“Cantiere Calabria” dedicato all’acqua pubblica
Il presidente della Commissione ambiente della Regione Mimmo Bevacqua ha coordinato i lavori del primo appuntamento della seconda giornata “Cantiere Calabria” dedicato all’acqua pubblica e al ciclo integrato. “La Regione – ha detto – deve governare ed affidare ai Comuni la gestioni di questo bene prezioso. Noi abbiamo aperto i cantieri. Gli enti locali devono gestire i lavori”.
“Di ritardo da colmare” ha parlato il dirigente generale ai lavori pubblici Domenico Pallaria. “La legge del ’97 prevedeva 5 Ato. Con la legge 34/2010 la regione ha stabilito un solo ambito ma poi non è stata approvata una legislazione di settore. La Giunta Oliverio parte da questa situazione. Ora si dovranno scegliere 40 Comuni e istituire l’Autorità idrica calabrese. Si è andati avanti sulle dighe del Metramo, Esaro Abate Marco e sulle rete idriche, stiamo impostando progetti pilota per intervenire sulla gestione delle utenze e sulla depurazione. Pensiamo anche all’istituzione di una commissione regionale con Sorical e Consorzi di bonifica per la realizzazione di un Piano sulle dighe di tenuta. Il Presidente Oliverio – ha rimarcato - è determinatissimo a portare ad unità di intenti e di programmazione quello che era spezzettato in mille rivoli”.
Su un dato di fatto ineludibile ha impostato il suo intervento il Presidente del dipartimento di ingegneria civile dell’Unical Paolo Veltri: “l’acqua è comunque pubblica. Sottratta al monopolio naturale. I servizi possono essere privati, ma l’acqua è pubblica. Allora, cosa si vuole fare: gestirla in maniera integrata o restituirla alla fiscalità dello Stato? Io credo che la dobbiamo gestire come un bene pubblico”. Veltri ha poi evidenziato le ragioni delle crisi idrica. Ha parlato di prolungato periodo di siccità, mancanza di completamento degli schemi idrici che risalgono al periodo della cassa del Mezzogiorno, morosità, vetustà delle rete idriche, anomalia del sistemico idrico calabrese (c’è un gestore unico all’ingrosso e una sub gestione delle utenze elevatissimo con un livello di perdita anche del 50%.
“E comunque – ha rimarcato – l’acqua si paga poco. C’è uno spreco di 900 milioni in depurazione e numerose procedure di infrazione per violazione delle tariffe. Allora, cosa deve fare la politica? È necessario rivedere il Piano regionale delle acque che risale al 2008, avviare l’autorità idrica regionale e spendere i soldi disponibili, anticipare le attività del futuro soggetto gestore unico attraverso il progetto campione sui 25 Comuni dell’Abate Marco, investire sul progetto ‘Mula’ per la grande adduzione, avviare l’installazione dei contatori di nuova generazione per far pagare la bolletta ogni due mesi, controllare le perdite sulle reti comunali attraverso la delimitazione dei distretti idrici. Tutto ciò prevede la condivisione di Regione, Sorical e Comuni”.
Sugli aspetti legati ai cambiamenti climatici ha parlato Giovanni Andiloro della Commissione nazionale risorse idriche. “Abbiamo l’esigenza – ha affermato - di iniziare un ragionamento condiviso tra enti gestori, Regione e università per la conoscenza delle risorse idriche e delle utenze e di incrementare i monitoraggi”. “Abbiamo le concessione dell’acqua per l’irrigazione – ha affermato Marsio Blaiotta dei Consorzi di bonifica -. La grande novità progettuale è il piano invasi, importante per accumulare acqua. Ci aspettiamo che con soldi pubblici vengano finanziati i progetti. I Consorzi di bonifica hanno molti progetti. Circa 10 progetti in tutta la Calabria”.
“Siamo una regione agricola e produciamo cibo su 32 mila ettari di terra che devono essere irrigati”. Lo ha precisato il presidente regionale di Coldiretti Pietro Molinaro. “L’obiettivo – ha aggiunto - è di irrigare anche con risorse pubbliche 50 mila ettari di territorio che produrranno 40 mila posti di lavoro”.
Per il segretario regionale della Cisl Paolo Tramonti “le condizioni per l’inversione di tendenza si stanno creando. Siamo favorevoli ad un soggetto unico di gestione delle acque a capitale interamente pubblico”.
Su questo concetto si è detto favorevole anche il presidente di Confcooperative Camillo Nola, il quale ha precisato che “la gestione unica consentirebbe di accentrare anche le competenze e di entrare in tempi brevi nella fase attutiva. Al tema – ha concluso - dovrebbe essere dedicato un intero Por”. Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha apprezzato molto l’approccio orizzontale ai problemi posti nell’iniziativa “Cantiere Calabria” ed ha illustrato la situazione della sua città. “Viviamo – ha affermato - una situazione di sofferenza da Medioevo. È difficile spiegare ai mie concittadini che esistono problemi strutturali sui quali si sta lavorando, che l’acqua arriva per pompe di sollevamento che si rompono spesso, che esistono diverse situazioni di furti e di utilizzo spropositato per uso irriguo. Stiamo lavorando sull’utilizzo dell’acqua depurata per scopi irrigui, sulla realizzazione dei micro invasi sulle fiumare e sul completamento dei lavori della diga sul Menta. Tra le priorità – ha concluso – la nascita del gestore unico pubblico che deve gestire il servizio senza produrre lucro”.
“Abbiamo tre grandi difficoltà – ha rilevato il commissario di Sorical Luigi Incarnato – l’attuale sistema gestionale è ingovernabile, ci sono costi industriali troppo alti e comunque inferiori a quelli precedenti alla Sorical; dispersioni di rete e morosità del 50%. Il bilancio idrico è negativo, nel sistema vengono immessi 425 milioni di mc di acqua, di cui 275 dalla Sorical, ma se ne fatturano i cittadini 160 milioni. C’è una dispersione del 62% con una componente importante di allacci abusivi. Poi dell’acqua fatturata dai Comuni ai cittadini circa il 50% viene realmente incassata. In queste condizioni la Regione, Sorical e Comuni vanno al collasso, debiti dei Comuni dal 1987 ad oggi sono di 500 milioni di euro, bisogna interrompere questo corto circuito con un nuovo soggetto gestore tra Regione e Comuni, come è stato fatto in tutte le regioni del Mezzogiorno, che incassa la tariffa con il criterio costi-benefici per i cittadini. Sorical ha vissuto danni difficili, non ha potuto completare gli investimenti, ora abbiamo riavviato alcuni progetti ma rischia di saltare perché i 185 milioni di crediti che non incassa.
I lavori sono stati conclusi dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Musmanno. “Abbiamo costruito un organismo legislativo che riordina il sistema idrico integrato. Una legge può diventare una buona legge ma ciò dipende dalla capacità di essere operativi. Nel campo del sistema idrico – ha dichiarato rivolto agli amministratori locali - noi costruiamo gli strumenti, voi gestite e dovete esercitare i controlli.
Nell’Autorità idrica calabrese la Regione non è più rappresentata, ai 40 sindaci spetta decidere chi sarà il gestore di tutto il sistema idrico che è clamorosamente inefficiente. La consapevolezza è che da oggi le cose cambieranno. Intanto necessario completare gli invasi Menta, Metramo ed Esaro, i fondi ci sono, e lavorare pesantemente sull’ammodernamento delle reti comunali per eliminare i furti d’acqua, le perdite. È necessario, inoltre, risolvere anche il problema delle riscossioni e, quindi della morosità. Il fattore tempo – ha sottolineato l’assessore – è molto importante. E, in attesa del gestore unico, proviamo ad anticipare alcuni interventi sperimentando un modello con i 25 Comuni dello schema idrico Abatemarco”.