Asp Catanzaro, riconoscimento per il settore della domiciliarità
L’Azienda sanitaria di Catanzaro è stata individuata come ente leader, a livello europeo, nel campo della domiciliarità. In particolare il riconoscimento riguarda il progetto Home Care Premium, cofinanziato dall’Inps ed attuato nel territorio del distretto di Catanzaro. Nella comunicazione i promotori della selezione, enti di spiccata valenza scientifica nel campo delle politiche di welfare, quali la Fondazione Zancan, l’associazione la Bottega del possibile e la compagna San Paolo di Torino, hanno evidenziato come il progetto dell’Asp di Catanzaro, di cui è responsabile il dirigente-sociologo Franco Caccia, abbia superato una rigida selezione tra diverse decine di buone prassi nel settore delle cure a domicilio, realizzate nelle diverse regioni italiane. A conclusione del processo di selezione, sono stati individuati otto progetti a livello nazionale, tra cui appunto quello dell’Azienda sanitaria di Catanzaro, per un successivo e mirato confronto di eccellenze realizzate a livello europeo.
Fra le iniziative innovative realizzate con il progetto, anche un ciclo di trasmissioni televisive sui temi della non autosuffucienza denominato Prendiamoci cura. Alle puntate hanno attivamente partecipato operatori dei servizi di cura, anziani beneficiari, familiari, amministratori comunali e volontari. Il direttore generale dell’ASP di Catanzaro, Giuseppe Perri, ha colto con viva soddisfazione la notizia dell’ulteriore riconoscimento attribuito al progetto HCP da autorevoli istituzioni di ricerca e formazione nel settore delle moderne politiche di welfare. Nel merito il dg Perri ha affermato che “in una società in cui il processo di invecchiamento costituisce un elemento di caratterizzazione della nuova configurazione delle popolazioni, l’esperienza realizzata con il progetto HCP rappresenta per la nostra Azienda motivo di orgoglio ed un patrimonio che dobbiamo riuscire a valorizzare anche a livello provinciale e regionale.”
Fra le tante sfide da affrontare per quanti sono impegnati nell’erogazione di servizi per il salute, un posto di rilievo consiste nell’accompagnare un passaggio, culturale ed organizzativo. “E’ fondamentale per i prossimi anni - ha affermato il dr. Perri - sostenere politiche di cura in cui al centro viene messa la persona con le sue abilità e non le sue disabilità. Siamo chiamati pertanto a progettare interventi che non costituiscano solo una spesa ma, come ha dimostrato il progetto HCP realizzato dall’ASP di Catanzaro, un vero investimento per il futuro delle nostre comunità e per i tanti giovani qualificati nel settore delle cure.”
Il progetto chiamato ad occuparsi di tale confronto e sviluppo di nuove conoscenze nel delicato settore di cura rientra nell’ambito di un progetto denominato Trasnational forum integrated community care. L’esperienza portata avanti con Home Care Premium, per una moderna domiciliarità, viene attuata nell’ASP di Catanzaro dal 2013 e nel triennio ha permesso a circa 430 famiglie, residenti nei comuni del distretto del capoluogo, di beneficiare di servizi integrati, domiciliari ed extradomiciliari per la cura di persone non autosufficienti. Un Piano personalizzato di interventi di cura, creato sulla base di valutazioni del bisogno e sulle potenzialità di ogni beneficiario, coordinate dall’assistente sociale del distretto Teresa Barberio, ha consentito di erogare un pacchetto di servizi di elevata qualità.
Grazie a questa tipologia d’intervento, realizzata fra l’altro in molti comuni delle aree interne, pur in presenza di gravi limitazioni alle autonomie psico-fisiche, le persone hanno potuto coronare il sogno di restare nella propria casa e l’azienda sanitaria di Catanzaro ha messo in pratica la filosofia molto spesso sbandierata ma non sempre praticata: “far arrivare i servizi alle persone e non obbligare le persone a spostarsi dal proprio ambiente di vita per ricevere le cure di cui necessitano”. Oltre alle evidenti ricadute anche di tipo economico, si pensi al risparmio sulla voce di spesa per ricoveri, questo progetto ha attivato un circolo virtuoso nelle piccole comunità in un cui è stato attuato permettendo, nel periodo 2013-2016, ad oltre 460 persone di trovare un’occupazione nei servizi di cura. Fra le figure impegnate, oltre al profilo principale costituito dall’assistente familiare, hanno trovato ampio spazio anche i seguenti profili: OSS, educatore professionale, assistente sociale, sociologo, psicologo, autista.