Coldiretti: "CE tutela suinicoltori campani, Calabria rimane regione canaglia”
"Dopo che la Commissione Europea ha dato il via libera per il riconoscimento della regione Campania quale territorio indenne dalla malattia vescicolare del suino siamo rimasti l’unica Regione d’Europa senza accreditamento per questa epizozia".
Commenta così il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro la notizia, che restituisce al sistema suinicolo campano competitività e relega la Calabria, a continuare ad essere considerata “regione canaglia” e i suinicoltori calabresi ad essere penalizzati sul piano commerciale, sui costi che devono affrontare per le procedure rigide imposte e l’eccesso di burocrazia.
La “condizione” di Regione non accreditata per la filiera suinicola di fatto, permette che i salumifici che comprano carne suina extra regionale e la trasformano in Calabria possono vendere fuori dai confini regionali, falsi salumi Made in Calabria, e i veri salumi Dop Calabria non possono essere esportati.
“Occorre accelerare per il riconoscimento - conferma Molinaro – per far ripartire la suinicoltura in Calabria il cui patrimonio in questi anni è notevolmente diminuito. L’Ordinanza Ministeriale del 26 luglio 2001, prevede che per essere accreditati occorre che negli ultimi due anni non ci siano stati focolai; ebbene, in Calabria, l’ultimo focolaio si è registrato in provincia di Cosenza a maggio 2015. Nell’ultimo anno, la Calabria ha perso il 30,1% di possessori di suini. Infatti, al 31 12 2015 l'Anagrafe Zootecnica registrava in Bdn (Banca Dati Nazionale) n. 7122 possessori e al 31 12 2016 sono diventati n. 4980. Cosa impedisce allora alla Task Force Veterinaria Regionale di completare la documentazione per essere accreditati? Ci vuole, insomma, lavoro, impegno e senso di responsabilità - conclude - stare fermi non si può più”.