Scilla. Festival ospitalità, la condivisione per conoscere il territorio
Festival dell'Ospitalità, tre giorni dedicati alle esperienze dirette di realtà virtuose che hanno messo al centro della propria attività le opportunità offerte dal territorio e hanno fatto dell'ospitalità un mestiere di vita. Al centro della seconda giornata del Festival dell'Ospitalità l'Esperienza come opportunità di conoscenza del territorio. Ad aprire il dibattito il racconto di pratiche virtuose e sostenibili del Biostretto Grecanico e le nuove frontiere del turismo responsabile con Pasquale Faenza che tra le altre cose si sta occupando del recupero delle opere rinascimentali dell'area grecanica come le sculture del Gagini.
Tommaso Ciabini tour operator ha spiegato come nasce e si gestisce una realtà di Tour Operator, con il racconto della sua "We Like Tuscany, esperienze all'aperto in Toscana". E al Festival dell'Ospitalità non mancano gli strumenti innovativi che possono essere fondamentali per migliorare l'esperienza di viaggio e soggiorno per gli ospiti. A parlarne Marcello Stani che ha presentato Edgar Smart Concierge: uno strumento digitale accessibile per un'assistenza a 360 gradi dell'ospite, che consente al turista di avere dei servizi ed alla struttura di guadagnare una percentuale dalla fruizione di questi attraverso l'istallazione del programma.
Fabrizio Cornalba ha raccontato la storia di Meeting Hub, il portale di prenotazione per sale meeting ed eventi. Una realtà virtuosa, un esempio di buone e sane pratiche imprenditoriali nel settore dei servizi per l'ospitalità. Su quanto l'ospitalità sia un sistema complesso si è soffermato il consulente turistico Luca Caputo parlando della tematica "il design della destinazione turistica nell'era dell'economia digitale". Caputo ha sottolineato come “ non basta più il binomio sole-mare. Occorre creare professionalità che funzionino da cabina di regia e stringere relazioni in rete attraverso il web offrendo dei pacchetti che non sia essere stato da qualche parte, ma aver fatto qualcosa di spirituale”.
Il Festival dell'Ospitalità ha chiuso i lavori dedicando la parte finale delle tematiche alla condivisione e alla promozione. Luigi Alfieri fondatore di southofitaly.com ha parlato di come pro-muovere il Sud tra i grandi itinerari turistici e del progetto di guida turistica online. “Il Sud Italia – spiega Alfieri – affanna a raggiungere il mercato, nonostante sembri il contrario. Noi raccontiamo il Sud, da un punto di vista autonomo e positivo, delle destinazioni minori che sono affossate dalla visione stereotipata arretrata e a tratti pericolosa che spesso viene fatta. Sul nostro sito, che è una guida, promuoviamo soprattutto rivolgendoci agli stranieri questi luoghi in modo positivo, facendo emergere il nostro ecosistema che è unico”.
Alberto Siculella al Festival dell'Ospitalità ha raccontato il fenomeno del turismo di massa nel Salento, tra ripercussioni sul territorio, scarsa destagionalizzazione e un'ospitalità poco qualitativa. Molte le domande sorte: come strutturare un turismo sviluppato, sostenibile e in grado di rispettare e tutelare il territorio e la sua identità? Qual è il futuro del turismo in Salento? Come può evolversi positivamente e in una nuova forma di ospitalità? Notevoli gli spunti: promuovere la formazione, creare marchi d'area, puntare sulla destagionalizzazione premiando operatori e strutture che la incentivano e, sopratutto, utilizzare una buona e sana dose di buon senso.
FaRo Fabbrica dei saperi a Rosarno, è la storia di Angelo Carchidi e della nascita di un progetto selezionato tra i vincitori del bando culturability per rigenerare spazi da condividere. Carchidi ha spiegato “il valore delle storie delle persone all'interno di un racconto del territorio. La comunità si mette davanti allo specchio per capire quali sono le proprie potenzialità e le possibilità di sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio”, questa sarebbe la forza di un territorio per il successo.
Dal south of Italy alla esaltazione del borgo antico, perché per il Festival dell'Ospitalità, condividere il territorio, mettere in comune le tradizioni, le eccellenze e la cultura di un luogo è una componente fondamentale. E restituire la vita ad un luogo può anche essere l'obiettivo di fare Impresa sociale e rivitalizzare i piccoli borghi calabresi, attraverso principi di sostenibilità e pratiche virtuose. BorgoSlow in Calabria è sempre più una realtà come nel caso di Civita dove Stefania Emmanuele ha creato “Il comignolo di Sofia”, o Badolato dove un piccolo comune da borgo fantasma grazie alla costanza di cittadini come Guerino Nisticò e a realtà come Riviera e Borgo degli Angeli si è ripopolato di persone, di umanità, di vita anche proveniente da altri posti del mondo.