Comune. Le ragioni dei dissidenti e il mea culpa di Pedace: cambiamento va realizzato non declamato
Riceviamo e pubblichiamo.
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“Saltiamo qualsiasi bizantinismo di cui la situazione non avvertirebbe orfananza, né sarebbe utile ad essere osservati dai più con il rispetto che la carica di Consigliere Comunale presuppone nella considerazione generale e, principalmente, nell’esercizio della propria funzione di indirizzo e controllo nella massima Assise cittadina.
È ad essa che si risponde, è in essa che ci si esprime, perché rappresenta il luogo comune, il punto più alto e più rappresentativo al quale i cittadini guardano sempre con rinnovata speranza e fervida aspettativa di vedere affrontati, discussi e risolti, i piccoli quanto i grandi problemi che affliggono la comunità civica.
Ed è di un nuovo civismo che necessita il rapporto fra le istituzioni, i cittadini e la sua classe dirigente generalmente intesa.
Ho osservato e condiviso l’iniziativa assunta dai sei Consiglieri della “Prossima Crotone”.
Ho, altrettanto, osservato ed assistito alle reazioni scomposte, supponenti e lascive con le quali sono stati chiosati, individualmente e collettivamente, i sei consiglieri che, nelle loro diverse attività, rappresentano un dignitoso spaccato della società crotonese.
Ho anche, mio malgrado, osservato ed ascoltato, qualche reazione di dileggio, di stampo squadrista e dal sapore vagamente minaccioso, con schizzi di fango e liste di proscrizione, rispetto alle quali il sottoscritto, e molti altri, alzeremo una diga invalicabile e granitica, rispetto alla cialtroneria intellettuale camuffata - sotto mentite spoglie - da accenni storiografici.
Tuttavia, la condizione in cui si dibatte la città, per effetto di molti anni trascorsi rimbalzando tra pressappochismo, precarietà e dilettantismo, impone una assunzione piena di responsabilità Amministrativa, di compostezza istituzionale e di visione politica.
La spia del disagio, accesa dagli amici consiglieri, va interpretata ed elaborata come un contributo a fare di più e meglio, a stabilire priorità e a non far venire mai meno gli interessi dei cittadini, il loro quieto vivere, la loro sicurezza, la loro mobilità ed il rispetto per gli spazi collettivi, il decoro e la qualità ambientale e tutto quanto, all’infinito e per lungo tempo, è stato deturpato, negato e, talvolta, compromesso.
Per queste ragioni abbiamo assunto la guida della città che ha voluto premiare gli elementi di novità e di innovazione, ed il profilo civico che ha contrassegnato la coalizione della “Prossima Crotone” con un candidato sindaco scelto dalla società civile e dal mondo associativo e delle professioni.
Temo che quell’entusiasmo e quella partecipazione, registratesi prima e durante la campagna elettorale siano state, successivamente, smarrite, marginalizzate ed inibite dall’enormità dei problemi e dal succedersi degli eventi che avrebbero dovuto, di converso, consigliare una unità non di facciata, una partecipazione ed un coinvolgimento diffuso dei protagonisti diretti - tutti i candidati nelle liste - e tutti quei soggetti disponibili a fornire il proprio contributo di idee, di esperienza e di radicamento professionale e civile.
Un Forum Civico che fornisse, plasticamente e sostanzialmente, l’immagine di un corpo unico e di una solidarietà politica, identitaria e, soprattutto, di coadiuvo e sostegno ad una Giunta giovane, innovativa e di per sé inesperta ed intimidita, rispetto alla gravità ed enormità dei problemi ereditati.
Una solitudine procurata, invece, un appesantimento delle funzioni di Governo ed una commistione fra la formazione delle decisioni e l’assunzione delle responsabilità amministrative.
Un coacervo di assolutismo e di autosufficienza, sommato ad una visione esclusivista e tormentata, della prospettiva politica e programmatica.
Anche l’ultima vicenda, legata alla controversa nomina dell’ultimo Assessore mancante, ha finito per imbastire una intricata - ed ancora non del tutto chiarita - querelle giuridica e procedurale, fra il sindaco e la stessa Avvocatura Comunale, tanto per non farsi mancare una ulteriore immagine di scollamento quando, se non, di vera e propria incomunicabilità fra il livello Politico-Istituzionale e la struttura burocratica.
Essa ha funzioni di predisposizione degli atti, della loro attuazione e, soprattutto, della loro trasparenza e del controllo di legittimità, tanto nella fase istruttoria quanto in quella applicativa.
Ed è rispetto, anche, a quest’ultimo e non trascurabile passaggio che i Consiglieri Comunali hanno avvertito l’ulteriore separazione e sottovalutazione del proprio ruolo di eletti e rappresentanti dei cittadini, bypassati senza una discussione preventiva e, magari, la ricerca di un consenso diffuso o anche parziale ma, comunque, nel rispetto delle prerogative anche dei Consiglieri, oltre che del Sindaco.
Gli stessi Consiglieri, anche quelli subentrati a seguito di nomina assessorile e, quindi, nella loro piena legittimità di eletti - tanto per rammentarlo a qualche improbabile cultore di Diritto Costituzionale - non immaginano, ne hanno mai immaginato, di andare verso un redde rationem dal carattere sostituista e tardo complottista, per come risibilmente vagheggiato nei commenti degli ultimi giorni.
La ragione vera va ricercata, invece, nel tentativo di porre in sintonia le istituzioni con i propri cittadini e per farsi apprezzare, dagli stessi, in tutte le circostanze, anche per riduzione dei costi della politica da orientare in direzione di qualche esperienza tecnica o posizione organizzativa più utili in questa prima fase.
Ecco che, senza infingimenti, servirebbe interrogarsi se è più funzionale integrare l’ottavo Assessore e non, invece, andare verso una Giunta più snella e ridotta nei numeri, per come la legge prevede, nel suo minimo di sei assessori più il Sindaco, fatte salve le posizioni dei consiglieri eletti e successivamente dimessisi a seguito della nomina ad assessore.
E, poi, l’utilità degli organi di staff - un collaboratore per ciascun assessore e con quale criterio selettivo? - salvo quello del sindaco, per presenze e figure professionali di alto valore aggiunto, utile solo a supportare e coadiuvare il gabinetto del primo cittadino, fortunosamente retto, allo stato, da persona interna e di lunga esperienza e conoscenza della macchina amministrativa, oltre che di spessore e caratura tecnico giuridica.
L’interrogativo che ha attraversato alcuni di noi, è stato se non fosse più utile praticare il cambiamento, piuttosto che declamarlo, con atti coerenti e condivisi dai più.
Bene alcuni segnali distensivi e collaborativi con la principale forza di opposizione, male, invece, un dibattito interno, anche su temi rilevanti di politica Regionale e Nazionale, tenuti sotto traccia dando quasi l’impressione che non riguardassero l’intera platea Istituzionale e, precipuamente, i nostri Consiglieri proprio perché nuovi, per lo più giovani e, per la maggior parte, alla prima esperienza.
Ed in questo, confesso, faccio anche un po’ di autocritica, a non aver intuito in tempo che questi amici per lo più giovani o giovanissimi, ritenuti periferici, quasi per auto incapacità, andassero coinvolti e resi protagonisti dei passaggi salienti sia di natura politica che, a maggior ragione, amministrativa.
Ne faccio ammenda, per non ripercorrere a ritroso gli stessi errori e guardare avanti per non ricommetterli.
Tuttavia permangono, a tutt’oggi, incertezze rispetto alla questione delle infrastrutture strategiche del territorio e della città: l’aeroporto ed il porto.
L’utilizzo delle Royalties, di cui si continua a fare incetta per attività di folklore, senza avviare azioni ed atti formali che suscitino, nell’ambito della conferenza dei Sindaci, una discussione ed un indirizzo della stessa in ordine al loro utilizzo finalizzato ad interventi mirati e di interesse dell’intero sistema territoriale.
Due aspetti importanti su tutti: l’Aeroporto che non può essere vissuto come un problema limitato alle sole comunità di Crotone e Isola, e la riorganizzazione del servizio pubblico locale e la stessa prospettiva delle società partecipate che operano in settori di utilità generale.
Sono successi, poi, nelle settimane scorse, atti intimidatori verso attività commerciali che rendono urgente e non più procrastinabile l’attivazione delle oltre 150 telecamere per la telesorveglianza del territorio comunale, quale strumento di prevenzione e deterrenza verso atti vandalici e criminali.
Un problema da porre, come immagino sarà stato già fatto dal sindaco, nell’ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e la sicurezza dichiarando, da subito, anche la disponibilità finanziaria del Comune per la gestione della sala di rilevazione e controllo e per la manutenzione del sistema di video sorveglianza.
E, via via, tutti gli aspetti legati alla bonifica, alla Antica Kroton ed alla negoziazione con l’Eni per il rinnovo della convenzione ed il coinvolgimento attivo della multinazionale nel processo di ripresa e sviluppo delle attività economiche e come volano per il rilancio della ricerca e dell’occupazione.
Con l’Eni si gioca la “partita della vita”, perché dalla concretezza e dalla capacità di saper indicare e proporre iniziative coerenti con le peculiarità del territorio, si può realizzare una delle due condizioni che cambiano la vita degli uomini e, dunque, anche dei territori: quando si nasce e quando si svolta.
Il rapporto già avviato da Eni con la Facoltà di scienze della Terra dell’Unical, riferita alle attività di verifica dell’impatto ambientale e culminato con la costituzione di un Comitato tecnico scientifico con sede a Crotone, apre la possibilità di allargare questa collaborazione anche con il Dipartimento di Ingegneria per la costituzione di un Centro di Sperimentazione e Ricerca sulle fonti di Energia rinnovabile provando a trattenere in Regione i nostri giovani, con Borse di Studio e master post laurea per i neo laureati in discipline tecniche e scientifiche, sul modello di un accordo che il Ministro Galletti ha saputo ritagliarsi per l’Università della sua Bologna.
E l’Eni non è affatto agnostica rispetto ad iniziative di tutela del patrimonio archeologico e storico monumentale come dimostrano decine di iniziative culturali in Italia e nel mondo.
Senza dimenticare che alle attività di core business - ricerca ed estrazione di fonti energetiche - somma attività di vendita, quale ramo d’azienda, come Gas e Luce.
Tanta, ma veramente tanta la carne sul fuoco, purché la si sappia arrostire che non sempre è pratica facile e scontata.
I sei Consiglieri Comunali intendono aprire una fase nuova, quindi, né conflittuale e né, pregiudizialmente, contraria o in antitesi, rispetto ad altri livelli di Governo, a partire da quello Regionale e senza ignorare che oggi la Calabria vanta una importante presenza nel Governo Nazionale, con la quale poter tessere un rapporto ed una sinergia utili al territorio.
Un solo obiettivo, un solo impegno, rafforzare ed ampliare la maggioranza politico amministrativa e maggiore coinvolgimento, collegialità e comunicazione fra gli addetti ai lavori e, di questi, verso i Cittadini."
Pantaleone Telemaco Pedace, Consigliere Comunale di Crotone