Finte patologie per non lavorare? Professoressa calabrese sotto processo

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Da TgCom: Era stata incaricata di insegnare inglese per un anno intero in una scuola della zona di Chivasso (Torino). Ma Anna Barreca, 37 anni, abitante a Condofuri (Reggio Calabria), in aula ci è entrata per cinque giorni soltanto in tutto l'anno. E adesso è accusata di truffa, di cui deve rispondere davanti al ministero dell'Istruzione. La donna è accusata anche, insieme con il marito, di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, come si racconta su "La Stampa". Il suo contratto era a tempo determinato e riguardava l'anno scolastico 2004-2005, al terzo circolo della Direzione didattica di Chivasso.Tra certificati medici e una gravidanza, la prof ha anche percepito lo stipendio per qualche mese.

Tutto comincia il 23 settembre del 2004, quando la donna si presenta al Pronto soccorso di Acqui accompagnata dal marito, dicendo di essersi fatta male al ginocchio destro e di sentire forti dolori al sinistro. Il medico le prescrive una lastra, ma lei ribatte che non può, perché crede di essere incinta. Ed ecco il primo certificato: venti giorni di prognosi. A questo punto marito e moglie se ne tornano in Calabria, e dopo un po’ di tempo vanno all'ospedale di Melito Porto Salvo, dove si fanno fare altri certificati su false patologie. La malattia della donna diventa dunque "grave e invalidante", permettendo all'insegnante di non doversi più presentare sul posto di lavoro. A gennaio 2005 la donna resta davvero incinta, e i medici certificano che si tratta di una gravidanza "a rischio". Non è dunque più possibile trasferirsi fino ad agosto, quando finisce l'anno scolastico.Vengono disposte tre visite della commissione medica, alle quali l'insegnante non si presenta, facendo sorgere qualche dubbio. "Non ho mai parlato con l'insegnante", spiega il dirigente scolastico dell'epoca. Che aggiunge di aver nominato un supplente per sostituire la Barreca. Scattano le indagini dei carabinieri, che portano alla denuncia. Ma l'avvocato Domenico Mandalari dice: "I certificati sono autentici e stilati da medici che ritengo sappiano svolgere la loro professione". Il 2 maggio il caso arriva in tribunale.