Al mare o al supermercato invece che al lavoro, beccati altri 13 “furbetti” dell’Asp

Reggio Calabria Cronaca

Invece di trovarsi sul loro posto di lavoro si sarebbero assentatisistematicamente” per andare a sbrigare faccende del tutto personali.

Di questo sono accusati ben tredici dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria in servizio presso il “polo sanitario” di Taurianova ed a cui, stamani, la Guardia di Finanza di Palmi ha notificato una misura cautelare personale che prevede per loro l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’operazione, sarcasticamente denominata “Polo Solitario”, arriva al termine delle investigazioni che le fiamme gialle hanno eseguito tenendo sotto stretta osservazione i “furbetti”: intercettandoli, riprendendo le loro giornate con le telecamere, pedinandoli ma anche effettuando dei riscontri documentali.

Si è così arrivati così a scoprire che gli indagati, approfittando tra l’altro della mancanza di controllo da parte dei rispettivi dirigenti, dopo aver timbrato il badge o firmato il foglio di presenza, pur avendo il dovere di rendere dei servizi essenziali per la collettività, anziché dedicarsi alle loro mansioni demandate, uscivano per dedicarsi ad attività private e ludiche di ogni genere.

Tra questi “impegni” anche quello di andare a giocare alle slot-machine o di girovagare per la città e andare per negozi, trascorrere il tempo (retribuito) leggendo i giornali o, ancora, andare a fare la spesa al supermercato. Non mancava anche chi partecipasse ad eventi religiosi e funerali.

Ma cosa ancora più sconcertante della vicenda è che non solo non erano al lavoro ma che così facendo avrebbero creato disagi all’attività quotidiana del polo sanitario, dove gran parte dei dipendenti, e in svariate occasioni, dopo aver timbrato il cartellino invece di trovarli a svolgere i loro compiti era facile invece incontrarli invece beatamente e per ore a stazionare nell’atrio esterno del plesso.

IL MALATO IN SPIAGGIA E LO SPORTIVO IN TUTA GINNICA

Probabilmente non contenti di non effettuare non solo le giuste ore di servizio che erano previste, addirittura avrebbero anche attestato e falsamente ore di straordinario, fino ad oltre un trentina mensili.

Le fiamme gialle citano poi un caso particolare, quello cioè di uno degli indagati che, nel pomeriggio, arrivava al lavoro in tuta ginnica, qui consegnava il suo badge ad un collega compiacente che lo timbrava al suo posto, e poi se ne andava a svolgere l’attività sportiva.

Un ulteriore episodio emerso riguarda un altro “furbetto” che d’estate sarebbe riuscito a farsi certificare, con la compiacenza del medico di base, una malattia, e così non andando al lavoro “ufficialmente” per motivi di salute. In realtà, però, lo si sarebbe potuto trovare in un lido balneare di una nota località ionica del basso reggino a godersi una calda giornata di relax.

Delle condotte, tutte queste, agevolate anche dal metodo di gestione e di certificazione della presenza quotidiana a lavoro nella struttura, definite dagli investigatori “del tutto inadeguate e connotate da allarmante superficialità.

Difatti, analizzando la diversa documentazione acquisita presso gli uffici incaricati della liquidazione degli stipendi dei dipendenti e dalle dichiarazioni rese in atti dai responsabili degli stessi, si sarebbero riscontrate delle gravi inefficienze organizzative e gestionali rispetto al controllo e alla rendicontazione delle presenze del personale impiegato nel Polo Aspa, e tali da consentire la possibilità di adottare all’interno dei singoli Uffici, ed in maniera arbitraria, diverse modalità di rendicontazione, in alcun modo rispondenti alle disposizioni previste.

In proposito sarebbe emerso che in una delle articolazioni della struttura, non venisse adottato addirittura alcun sistema di rendicontazione e controllo delle presenze.

Nel corso dell’operazione, poi, sono state anche notificate 38 informazioni di garanzia, che hanno riguardato i destinatari del provvedimento e altre 25 persone.