Cosenza. Bianca Rende (Pd): “Cultura e turismo parole abusate, mancano i servizi”
“Con la Sagra dell’uva a Donnici e la Festa del cioccolato a Cosenza sono iniziati gli eventi etno-popolari, ‘venduti’ all'opinione pubblica con entusiasmanti slogan promozionali, rimasti tali anche nell'attuazione pratica”.
La pensa così Bianca Rende, consigliera comunale del Pd di Cosenza sottolineando come “questi slogan propagandati sempre da quest'amministrazione comunale con il timbro dell'eccellenza turistica e dell'efficienza realizzativa, – dice - rientreranno a breve anche i Mercatini di Natale, fino ad arrivare all’abituale baraonda del Concerto di Capodanno”.
“Dal loro allestimento e svolgimento – secondo la dem - si può testare il grado di preparazione e maturità organizzativa di una città che dovrebbe diventare turistica non per caso e invece manca del back stage a monte, che non si vede ma è indispensabile per garantire il successo delle manifestazioni. Le regole ministeriali per la sicurezza e il controllo dei luoghi intasati, dopo la tragedia di piazza Statuto a Torino, parlano chiaro: pronto soccorso, ambulanze, sicurezza alimentare, visibilità delle forze dell’ordine, e soprattutto acqua”.
“Se poi non si intende confondere il turismo con le fiere o qualche suk di tipo arabo – continua la consigliera comunale - si deve pensare ai visitatori, bambini e anziani, con i loro bisogni igienici e di riposo nonché al comfort degli stessi espositori stressati dalla folla e senza un minimo di assistenza che non può essere limitata alle sole associazioni di volontariato”.
Per Bianca Rende, insomma, non ci vorrebbe molto per capire che il turismo “pensato, programmato, veicolato e promosso seriamente, è un’Industria del benessere e non un’avventura, come l’imperatore Vespasiano aveva capito duemila anni fa, e che dove manca l’acqua nei bagni collettivi a piano terra, come invece c’era persino nel vecchio Diurno della Cosenza d’antan, fa ridere sentire l’amministrazione comunale parlare di un futuro turistico della città”.
“Bisognerebbe – conclude la consigliera Pd – ripensare il marketing turistico con un po’ di sano realismo e il massimo di trasparenza, lavorando seriamente e impegnandosi a migliorare le prestazioni offrendo quanto meno i servizi adeguati. Questa è l’unica vera sfida che può garantire che la Cosenza dei proclami non sia lontana anni luce dalla Cosenza che i cittadini vivono ogni giorno”.