Servizi pubblici. Cgil e Uil Calabria alla manifestazione del 16 novembre
La Fpcgil Calabria aderisce e partecipa alla manifestazione del 16 novembre a Catanzaro, indetta da Cgil e Uil Calabria, condividendo ogni punto della piattaforma di rivendicazione e chiamando i propri iscritti alla mobilitazione.
“La Calabria tutta deve cambiare passo anche nell’erogazione dei servizi pubblici, offrendo risposte efficienti, celeri e legittime ai cittadini ed agli enti locali. La Regione deve cambiare passo nella gestione dei propri servizi centrali e periferici, ma anche nell’organizzazione interna dei propri Uffici che devono esercitare i propri compiti istituzionali superando le lentezze burocratiche ed anche le mancate risposte ai propri stessi dipendenti”.
È quanto affermano le sigle sindacali sulle piaghe che imperversano il territorio regionale.
“Dall’efficienza delle politiche pubbliche e delle pratiche gestionali dipendono una quantità immensa di risposte che i calabresi attendono. Il ruolo della Regione anche nel confronto con il Governo non è secondario, o del tutto subordinato, riguardo i finanziamenti necessari per la stabilizzazione del precariato storico che, per le sue peculiarità, richiede anche deroghe normative. Non solo, alle dipendenze della stessa Regione e dei suoi Enti strumentali sono presenti vari bacini di precariato con diverse storie – avanza la nota - varie competenze e professionalità, spesso frutto di politiche assistenziali senza nessuna programmazione, crediamo che sia arrivato il momento di far sapere a tutti questi lavoratori, a tempo determinato, con contratti di collaborazione, tirocinanti e quant’altro, quale sia il progetto e il programma della Regione Calabria, poi cercheremo di capire dove e come reperire le risorse e quali percorsi procedurali perseguire per porre fine all’incertezza del futuro che pone le persone in una condizione di riduzione dei diritti inaccettabile”.
“Pensiamo che, in una Regione che invecchia anche nella pubblica amministrazione, sia necessario programmare un rinnovamento che dia spazio e ruolo a nuove professionalità che possano innovare i processi amministrativi da cui dipende l’efficienza dei servizi e l’esigibilità dei diritti di cittadinanza. Non meno importante è ripensare agli assetti istituzionali della Calabria – è il pensiero fervido delle organizzazioni - che vanno riorganizzati nel rispetto delle identità, legiferando sulla ottimizzazione degli ambiti ed incentivando le spinte già presenti all’aggregazione ed alla fusione dei piccoli Comuni per i quali la legge prevede incentivi finanziari e deroghe ai vincoli gestionali dettati dalle norme. Così come è necessario completare la legislazione di assegnazione delle deleghe agli Enti territoriali, privilegiando logiche di prossimità di amministrazione per l’erogazione dei servizi e riservando al governo regionale compiti di legislazione, programmazione e controllo”.
“La condizione dei cittadini calabresi segna, con ogni evidenza, il disagio sociale gravato da tassi di disoccupazione elevatissimi rispetto ai quali, tra l’altro, è necessario ed indispensabile superare definitivamente la debolezza e la ricerca affannosa di dare supporto ad una platea immensa di disoccupati o inoccupati che si rivolgono ai Centri per l’impiego. Queste strutture, indebolite dalla riforma delle province, sono in grave carenza di organico in tutta la Regione – spiegano i sindacati - non solo, il personale che vi opera non ha ancora trovato collocazione giuridica e presenta un bacino di precariato storico con tutti i requisiti di legge per la stabilizzazione e di personale part-time che ha maturato pieno diritto al completamento dell’orario di lavoro, cosi come previsto dalla legge di bilancio in corso di approvazione che ha finalmente chiarito che il personale debba essere preso in carico dalla regione. E’ urgente avviare il processo di concertazione per rendere efficiente e rafforzare questo servizio”.
“Infine, sulla Sanità – espone la nota - la politica non può sottrarsi alla responsabilità di intervenire sulle mancate risposte ai cittadini ed ai lavoratori da parte delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere. La nota carenza di personale in tutte le Aziende riduce i servizi e compromette la condizione dei lavoratori che sono costretti a sopportare carichi e orari di lavoro fuori da ogni regolamentazione normativa e contrattuale. Senza una adeguata e rinnovata forza lavoro sarà impossibile riorganizzare le Aziende, alcune delle quali presentano anche gravi deficit amministrativi che alimentano il disordine contabile e gestionale”.
“Le autorizzazioni alle assunzioni fin’ora emesse non sono state di fatto del tutto attuate e, comunque, non sono ancora sufficienti a colmare il vuoto che il blocco del turn-over ha provocato nei lunghi anni di commissariamento che troppo poco ha risolto. Tutte le rilevazioni restituiscono un quadro di grave crisi dei servizi alla salute e al socio sanitario che relegano i cittadini calabresi agli ultimi posti in una situazione di deprivazione dei diritti, soprattutto dei più deboli, che non è più tollerabile – closa nota - solo un vero cambio di passo, profondo e incisivo, può risollevare una Regione le cui potenzialità da troppo tempo sono svilite e soffocate e la pubblica amministrazione deve essere adeguata a supportare questo necessario cambio di passo”.