Salute, medici: lo sport è da considerarsi come un farmaco
La comunità medico scientifica chiede al Ministero che lo sport sia inserito ufficialmente nei LEA, i livelli essenziali dell'assistenza sanitaria. Il Coni punta sul rilancio della cultura dello sport tra la popolazione. Dal sindaco di Pizzo arriva la richiesta alla Regione di risorse per gli impianti sportivi.
Questa la sintesi del convegno medico scientifico tenutosi a Pizzo nei giorni scorsi al poliambulatorio NewDelta e Centro Medicina dello Sport. Numerosi gli interventi di alto livello scientifico e istituzionale.
Il professore Giuseppe Gambardella, Neurochirurgo, Neuropsichiatra e Direttore Sanitario New Delta ha riassunto il senso della giornata: «Bisogna sensibilizzare tutta la popolazione, e la classe medica in particolare, nei confronti di questo metodo di prevenzione e trattamento che è l'attività sportiva e motoria, per poter conservare la propria salute».
Il Dr. Cino Bilotta, Direttore del Centro Medicina dello Sport, affiliato alla FMSI-CONI, ha focalizzato il punto chiave attorno al quale si è sviluppata la discussione: «La ricerca scientifica ha dimostrato che l’attività sportiva è un farmaco, e come tale va prescritto. Rappresenta un presidio di prevenzione di molte malattie nell’individuo sano e di terapia nei confronti di molte patologie, oltre ad essere un affidabile indicatore di vita lunga e in piena salute».
All'evento è intervenuto anche Romeo Aracri, Presidente Provinciale della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie-SIMG: «Da questo convegno parte una proposta innovativa e provocatoria: l'immissione dell'attività fisica nei LEA, i livelli essenziali di assistenza, il minimo che una Regione deve garantire al cittadino. Si parla molto di stili di vita, alimentazione, prevenzione, vaccinazione, mentre l'attività fisica non è prevista. Noi vogliamo provocare in questo senso il Ministero affinché l'attività fisica sia inserita nei LEA come elemento basilare della salute del cittadino».
Presente anche il Sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, il quale da un lato ha rilevato le lacune attuali, dall'altro avanza una proposta per un salto di qualità: «Oggi abbiamo un'impiantistica sportiva che non è adeguata ai tempi, perché negli anni non si è investito sullo sport. Scontiamo ritardi, anche sulla sicurezza, che sono difficili da recuperare viste le difficoltà economiche e finanziarie degli enti pubblici. Sarebbe importante che la Regione Calabria investisse in questo campo, magari con una quota di fondi comunitari, per consentire ai comuni di avere risorse per lo sport».
Dal Coni sono arrivate parole di sprone e incoraggiamento. Walter Malacrino, Segretario Regionale del Coni, ha sintetizzato il convegno con l'espressione "fabbricare la salute attraverso lo sport": «Mattone su mattone -ha detto Malacrino- si costruisce la vitalità dell'essere umano, e l'essere umano che pratica sport vive meglio. Si è parlato di impiantistica sportiva, io credo che sia fondamentale e prioritario parlare di cultura sportiva. Non possiamo fermarci all'idea che se non esiste l'impianto sportivo è finito lo sport, non è così».
Il dirigente del Coni ha ricordato che di impianti forse ce ne sono anche troppi: «magari sono allocati male, sono usati male e non al 100%, non perfettamente funzionanti, spesso le società hanno difficoltà ad accedere, però se ci giriamo attorno, quello che manca è la cultura sportiva. Sono poche le persone che praticano sport in modo regolare e continuativo, quindi -ha concluso Malacrino- dobbiamo tornare indietro, ai giovanissimi e alle scuole, e seminare attività sportiva di base e cultura dello sport».