L’orco di casa nostra: da dieci anni ridotta in schiavitù coi figlioletti costretti a brutalizzarla

Catanzaro Cronaca

Una vicenda quasi surreale, che sarebbe potuta scaturire dalla fantasia contorta di uno scrittore o di una sceneggiatore cinematografico. Ma la realtà a volte supera la fantasia: al centro della storia una giovane donna, i suoi due figli minorenni ed un “orco” dei giorni nostri.


Era costretta da quasi dieci anni a vivere in una piccola baracca fatiscente in campagna, senza luce né servizi. Un ambiente angusto, insalubre, infestato da topi e insetti; come bagno dei secchi della spazzatura e letti in cartone.

Lei di appena 29 anni, ex badante romena della moglie deceduta di lui, 52enne, che ne diviene poi il compagno: tra il 2007 e oggi ha vissuto segregata prima in alcuni appartamenti, poi nella baracca, costretta in schiavitù e subendo diverse e crudeli violenze sessuali, dalle quali sono nati due bambini, un maschietto di 9 anni e la sorellina di 3. Addirittura non gli era stato permesso di lavarsi per una anno interno.

Inaudite le lesioni, gravi, subite dalla giovane, anche alle parti intime e perfino durante la gravidanza; alcune delle ferite sarebbero state saturate dallo stesso uomo utilizzando una lenza da pesca.

Alla 29enne, poi, non era consentito avere relazioni sociali o ricevere cure mediche, soprattutto durante le gravidanze. Quasi sempre era rinchiusa nella baracca dove immobilizzata e legata al letto subiva per ore le violenze e, cosa ancora più grave, alla presenza dei due bimbi che, spesso, venivano anche minacciati per farli partecipare alle brutalità.

Stamani così, la fine dell’incubo. I carabinieri di Lamezia Terme hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura, nei confronti del 52enne italiano, pregiudicato e con precedenti in materia sessuale. Le accuse sono di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata.

Le indagini sono state svolta dai militari di Gizzeria Lido e sono nate da un controllo fortuito. L’uomo era stato fermato in auto e ad attirare l’attenzione dei carabinieri erano state le condizioni fatiscenti del veicolo a bordo del quale viaggiava con il figlio di 9 anni.

I carabinieri hanno ritenuto opportuno svolgere degli approfondimenti, data anche la reticenza dell’indagato a fornire il suo indirizzo di residenza. E da qui la scoperta dell’intera vicenda.

Il 52enne è stato intanto rinchiuso nella casa circondariale di Catanzaro mentre la donna e i due bambini sono stati immediatamente trasferiti in una località protetta.