Il fagiolo poverello bianco: un’opportunità di reddito per le giovani generazioni
Il Fagiolo Poverello bianco è un ecotipo locale di Phaseolus vulgaris L., si coltiva nel territorio del Parco Nazionale del Pollino, nelle aree irrigue del comune di Mormanno e, in forma più limitata, nei comuni di Laino Castello, Laino Borgo e Aieta, in provincia di Cosenza.
Qualitativamente si caratterizza per il seme grosso di forma ovale, bianco, privo di screziature, bassa percentuale di tegumento e ridotto tempo di cottura. Ha un elevato contenuto proteico, mediamente pari a circa 26%, e alti valori di proteine solforate.
Questo ecotipo di fagiolo, fino a circa mezzo secolo fa, nel territorio di origine occupava una maggiore superficie con una maggiore produzione, rispetto a quella attuale. Successivamente, sia la superficie coltivata che la produzione si sono progressivamente ridotte.
Partendo da una indagine conoscitiva e dalla caratterizzazione qualitativa della granella, il Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 dell’Arsac di Castrovillari, in collaborazione con l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Bari, ha realizzato diverse iniziative finalizzate al rilancio del Fagiolo Poverello bianco, determinando così un maggiore interesse da parte dei consumatori e un conseguente aumento della superficie coltivata.
“La semina – spiega Luigi Gallo dell’Arsac - si effettua entro la prima metà di giugno, la tecnica di coltivazione, come nella tradizione, esclude l’uso di prodotti chimici di sintesi e si raccoglie entro ottobre. La resa media in granella secca è pari a circa 15 quintali per ogni ettaro di terreno e si vende a circa sette euro al Kg, realizzando così un valore medio della Produzione Lorda Vendibile (PLV) per ettaro di oltre diecimila euro”.
Altro valore aggiunto deriva dalla utilizzazione di questo fagiolo insieme ad altri nostri prodotti di eccellenza nella ristorazione locale. Il Fagiolo Poverello bianco potrebbe aspirare, oltre che alla Denominazione Comunale (De.Co.), all’attribuzione di un marchio di tutela europeo (IGP, DOP, ecc.).
“In conclusione, e alla luce delle sue caratteristiche, anche questo eccellente prodotto del nostro territorio, molto gradito dai consumatori – ribadisce Gallo - potrebbe rappresentare un’altra opportunità di reddito per le giovani generazioni”.