Il Parco della Sila rilancia la sua candidatura a ‘Sito Patrimonio dell’Umanità’
Il Parco Nazionale della Sila ha rilanciato la sua candidatura a ‘Sito Patrimonio dell’Umanità’ dell’Unesco. In un convegno tenutosi mercoledì sera, la direzione dell’Ente Parco ha incassato la stima ed il supporto del mondo politico, accademico, imprenditoriale, delle istituzioni e dei tanti cittadini presenti.
Così come ha ricordato nei suoi saluti il Commissario Straordinario del Parco, Sonia Ferrari, “oggi ripresentiamo qui all’università la nostra candidatura UNESCO che rappresenta l’esito di un lavoro complesso portato avanti per lungo tempo da tutto il personale dell’Ente”.
“Un lavoro – ha aggiunto - grazie al quale il nostro è anche un Parco che oggi non è più visto come un freno allo sviluppo, ma semmai come un volano per lo sviluppo sostenibile”, citando poi come già con i fondi POR si stia lavorando a tanti progetti: dal monitoraggio delle specie selvatiche ad un piano di marketing unico per tutte le aree protette regionali – elaborato dalla stessa professoressa Ferrari – e poi la ciclovia e la sentieristica.
La Regione del resto ha appoggiato il progetto di candidatura sin dall’inizio, con il Presidente Mario Oliverio che ha tenuto ad esprimere pubblicamente la sua posizione favorevole già lo scorso mese.
E in campo ambientale, come ha voluto rimarcare il Consigliere Regionale Domenico Bevacqua, “come Regione Calabria abbiamo approvato strumenti di programmazione che ci hanno permesso di tracciare un futuro, di dare un orizzonte. Ora faremo insieme al Parco questa battaglia per il riconoscimento UNESCO. Lavoreremo giorno e notte pur di mostrare l’unicità del nostro Parco e di renderlo protagonista”.
Ma un forte appoggio al processo di candidatura è giunto anche dalla platea, composta, nelle parole del Direttore f.f. del Parco, Giuseppe Luzzi: “dalla Sila bella, la Sila unica, quella costituita da chi ci tiene. Una Sila ‘unica’ anche in termini naturalistici, visto che il pino nero di Calabria grazie all’isolamento geografico subito durante le ultime glaciazioni ha potuto sviluppare delle caratteristiche distintive e uniche”.
Un punto di vista condiviso da Rossella Guadagno, esperta di forestazione del CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l'Ambiente), secondo la quale “la revisione della candidatura verterà anche sull’essere la Sila un rifugio di biodiversità e un serbatoio di diversità genetica per le specie forestali di interesse europeo; basti pensare appunto anche solo al pino laricio”.
Del resto “la Sila sovrasta in termini di biodiversità anche quello che in questo senso sarebbe altrimenti il miglior parco d’Europa” ha tenuto a sottolineare il professor Pietro Brandmayr aggiungendo come “quello del Durmitor, in Montenegro, con ben 81 specie endemiche e 13 esclusive contro le sole 37 endemiche e 6 esclusive dell’area protetta balcanica”.
La candidatura ha incassato ancora una volta poi il supporto della Comunità del Parco, il cui Presidente, Nicola Belcastro, ha rimarcato come “la Comunità ha sostenuto e sostiene con forza questa idea di candidare la nostra Sila a bene UNESCO, anche in prospettiva della grande opportunità di crescita per le aree interne che comporterebbe l’esito positivo”.
Entro il mese di gennaio il processo di candidatura verrà completato, dopodiché bisognerà attendere l’esito. Per riuscire nell’impresa serve il supporto di tutti. Enti o istituzioni possono inviare la propria lettera di supporto direttamente alla Commissione Italiana per l’UNESCO, i privati cittadini possono invece firmare la petizione dalla home page del sito del Parco Nazionale della Sila.