Regione, Greco: “Consulta calabresi all’estero, necessità che non si può ignorare”
La Cgie, Consiglio Generale degli italiani all'estero e i Comitati residenti all'estero (Comites) sono gli organi di rappresentanza del Governo e del Parlamento sui grandi temi di interesse per gli italiani residenti fuori Paese. In Calabria, queste funzioni sono state assegnate alla Consulta Regionale dei Calabresi all’Estero, l’organismo attraverso il quale viene perseguita la politica regionale in materia di relazioni con le comunità calabresi nel mondo, fortemente voluta dal Presidente Oliverio già lo scorso anno e che nell’intervento di apertura e di benvenuto di questa tre giorni alla Cittadella Regionale ne ha confermato l’importanza, come contenitore di un grande patrimonio che la Calabria possiede. Le funzioni attribuite alla Consulta e le sfide da perseguire per il futuro sono state argomento delle sezioni di lavoro dei vari incontri, dove si sono susseguiti diversi interventi dei vari consultori e consultrici – ha ripercorso il funzionario regionale - giunti da diversi Paesi dell’Europa e d’oltreoceano, che hanno espresso la chiara volontà di voler interpretare attraverso uno strumento come la consulta domande e bisogni anche dei nuovi migranti calabresi e d’istituire relazioni di sviluppo per contribuire in maniera significativa alla promozione della cultura, delle produzioni, dei saperi professionali della Calabria”.
Esordisce così IL Consigliere regionale Orlandino Greco che spiega come: “nella mozione sull’Istituzione del Comitato per le questioni degli Italiani all’estero del Senato del maggio 2013 si richiamava autorevolmente il fatto che l’Italia costituisce lo stato Europeo con il più alto numero di cittadini residenti all’estero, pari, a quel momento, a 3,6 milioni. Una cifra questa di cui forse può sfuggire il rilievo statistico ma che fotografa in modo inequivocabile la portata che il fenomeno migratorio che ancora persiste e stando alle ultime indagini statiche è in aumento, anche in quelle regioni che tradizionalmente sembravano esserne immuni. Un fenomeno a cui la Calabria contribuisce in misura considerevole con circa 400 mila calabresi. – avanza la nota La questione su cui oggi siamo chiamati a riflettere riguarda la rappresentanza, la tutela dei diritti e la difesa dell’identità di questa ampia comunità dei corregionali attualmente residenti all’estero. Una questione non da poco conto, atteso che essa coinvolge di fatto molteplici organi e livelli della rappresentanza, sia politica che della vita civile e che necessita di un processo di ridefinizione del quadro normativo regionale avviato di recente con la revisione della Legge Regionale n. 54 del 2012 e l’approvazione, in sede di Commissione bilancio, di un nuovo testo di legge che a breve dovrebbe essere definitivamente adottato dal Consiglio regionale”.
“Ho più volte sottolineato come sia necessario ripensare il rapporto con le comunità dei Calabresi nel mondo e con la variegata compagine delle associazioni e federazioni che in qualche modo le rappresentano – ha esposto ancora - che non può più essere inteso come fondato soltanto su una rievocazione di un indissolubile legame di appartenenza, sul nostalgico richiamo al passato. Pur senza smarrire il senso della storia delle comunità che rappresenta, la Consulta deve poter guardare al futuro e deve avere la capacità di interpretare le domande e i bisogni anche dei nuovi migranti calabresi, di quelli che sono cittadini di un mondo sempre più globalizzato. La Consulta e il suo Comitato direttivo, con l’ampia rete di associazioni (sono più di 150 quelle presenti nelle diverse latitudini del mondo) e delle diverse Federazioni devono diventare organi maggiormente operativi, impegnati in modo più continuativo. Un ruolo che deve mirare a creare sistema – questo il parere di Greco - stabilendo partnership con altri organismi, con le istituzioni nei Paesi dove sono insediate e dove, nella maggior parte dei casi, ricoprono ruoli di rilievo e di prestigio. Mantengono relazioni che se messe a regime potrebbero garantire rapporti di joint venture con realtà imprenditoriali disposte ad investire nei nostri territori e d’interscambio con le nostre e promuovere studi, ricerche ed iniziative tra Università senza dimenticare la valorizzazione delle nostre eccellenze attraverso ambasciatori di arte e cultura e tipicità”.
“Obiettivi cui la Giunta regionale ha inteso dare una priorità assoluta attraverso il piano attuativo degli interventi per la prossima annualità 2018, presentato proprio in questa occasione – specifica la nota - come ribadito nei diversi interventi, ritengo sia di fondamentale importanza che la Regione si impegni con forza a consolidare un rapporto continuo con i consultori che devono essere i veri protagonisti nel processo di internazionalizzazione della Calabria. I consultori che quotidianamente si impegnano per valorizzare la Calabria nel mondo necessitano di un contatto diretto con la Regione, anzi, devono essere loro stessi i protagonisti di interventi e azioni che possano rafforzare l’immagine e l’attrattività dei nostri territori.
Nuove sfide ci attendono ma la Calabria oggi è pronta ad affrontarle con uno spirito nuovo, che guarda al futuro con passione e determinazione, che si confronta con il mondo, senza alcun timore reverenziale, riscoprendo lo straordinario patrimonio della propria identità. Promuovere la Calabria per ciò che di positivo ha contribuendo a contrastare luoghi comuni e immagini ormai consumate di un territorio e di una popolazione che nel frattempo ha vissuto profondi cambiamenti, attuare una detassazione dal e del passato per innescare processi di crescita e sviluppo”.
“Stiamo scrivendo senza dubbio una pagina storica nuova e importante – ha detto in conclusione il Consigliere - questi sono stati giorni ricchi e intensi tra passato, presente e futuro di questa terra. La ricchezza che rappresentano i Calabresi nel mondo, l'orgoglio di uomini e donne che hanno costruito mondi mantenendo ponti con i luoghi d'origine. Destini incrociati di generazioni che rigogliosi svettano verso l'alto ma mantengono radici salde con quella terra che non è semplice indicazione geografica ma stato d'animo. Sentimenti ed emozioni che vogliono e cercano unione d'intenti, di prospettive. Progettare, programmare ed investire in quegli stessi territori, realtà, comunità narrate e raccontate in storie senza tempo, con quella commozione, che non è mancata neanche in questa circostanza, di chi ha la Calabria nel cuore. Per dirla alla Corrado Alvaro: “i calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell'infanzia”.