Molinari (iDv), “lo strano balletto dei tirocinii. Si ponga fine a questa farsa”
“La Calabria è una terra maledetta perché si ritrova una classe dirigente che dimentica gli impegni presi con i suoi figli. Figli che, in alcuni casi, si ritrovano da 15 anni nel limbo dei mobilitati in deroga, ostaggio di un infinito vortice di promesse e bugie da cui non riescono a liberarsi. Un esempio lampante è il tirocinio della Giustizia “manifestazione di interesse”, in attuazione delle intese raggiunte dalla Regione Calabria e le Corti d’Appello e procure Generali della Calabria e la Magistratura Amministrativa e contabile e istituzioni assimilate, per la selezione di 1000 lavoratori percettori in deroga o lavoratori disoccupati con pregressa esperienza formativa, per l’ ammissione ad un percorso di qualifica della durata di 2 anni, impegnando una somma pari a circa 13 miliardi sul bilancio 2016”.
Lo dice Francesco Molinari di IdV che sostiene come “già sarebbe da denunciare la falsità che si nasconde dietro i tirocini che, in verità, dovrebbero essere definiti schiavitù. Non si può definire diversamente chi promette, e non da ora, 500 euro al mese per 24 mensilità offrendoli come maggiore opportunità lavorativa e senza che il "tirocinio" diventi altro. Come se non bastasse, nei due anni a partire dalla firma del decreto all’avvio del tirocinio sono state generate 8 graduatorie, una diversa dall’altra, con candidati che apparivano e scomparivano e continui tavoli di trattative, a livello regionale e nazionale, alimentati da continui scarichi di responsabilità e di accuse reciproche”.
“Un quadro di combinazioni ben articolate e tali da non avviare il tirocinio. Alla fine di questo interminabile “balletto” il 2 settembre scorso una parte dei tirocinanti – ha proseguito il militante di IdV - circa 200 persone presso il Tribunale di Catanzaro, inizia il progetto e dopo un mese altri 350 presso le procure e i Giudici di pace e enti assimilati e dopo altri due mesi il restante presso il Tribunale di Cosenza, Corte d’appello e altri.
Ad oggi gli stessi tirocinanti, nonostante la Regione Calabria abbia indicato "Calabria Lavoro" come azienda erogatrice dell’indennità di presenza, non hanno percepito i compensi dovuti”.
“Nel frattempo, come Senatore – closa nota - procederò ad interrogare i Ministri competenti assicurandomi che questi abbiano ben chiaro cosa sta succedendo in Calabria portando nell’aula il grido di sdegno di quei calabresi che altro non vuole essere che l’espressione di una grande voglia di lavorare e di riconoscimenti pieno dei loro diritti”.