Musica: si avvia alla chiusura il festival Radicamenti a Mendicino
Le rigide temperature di queste sere di dicembre, non hanno fermato l’entusiasmo e la voglia di vivere le tradizioni locali. A Mendicino in tanti hanno partecipato ai concerti che si sono alternati tra Palazzo Campagna, piazza Duomo e piazza Municipio.
Un buon bicchiere di vino locale, accompagnato dai piatti della tradizione mendicinese, e il ritmo coinvolgente delle tarantelle hanno riscaldato le sere dei visitatori. Un festival che inizia dal pomeriggio con la musica itinerante tra i vicoli del centro storico, i corsi di danza e di strumenti popolari, fino ad arrivare ai concerti delle band più rappresentative delle regioni meridionali, per quanto riguarda la musica popolare.
Radicamenti è il festival delle culture popolari, nato con lo scopo di allargare il panorama delle tradizioni, e comprendere che tradizionale o popolare è anche l’animo religioso, lo spirito d’integrazione, l’accoglienza di un territorio che evolve, accentando i cambiamenti e i processi dinamici delle nuove migrazioni e immigrazioni, dei nuovi radicamenti.
Il programma degli ultimi due giorni riserva ancora tanta musica di qualità, divertimento, buona compagnia e voglia di integrazione, aspettando il Natale 2017.
Venerdì 22, dopo la musica itinerante de I Giamberiani e i Canti religiosi, nel giardino di Palazzo Campagna, sarà il gruppo dei Parafonè a riscaldare la serata (ore 20:30 piazza Municipio). Originario di Serra San Bruno (VV), il gruppo Parafonè ha come intento quello di riproporre musica autoctona senza variarne l’essenza, utilizzando gli strumenti tramandati di padre in figlio, strumenti antichi che lasciano intravedere una straordinaria attualità. Fanno parte della band Bruno Tassone (voce, chitarra battente), Angelo Pisani (lira calabrese, pipita, fischiotti, sax soprano, marranzano e zampogna a chiave, zampogna a moderna), Gianluca Chiera (bouzouki greco, tamburello e cori), Domenico Tino (chitarre, saz, cittern, mandolino e cori), Antonio Codispoti (organetto diatonico, tamburello), mar Remi (basso elettrico), Fabio Tropea (drum-set, percussioni, darabouka, tamburi a cornice).
A chiudere la serata, alle 21:30 in piazza Duomo, il concerto di Riccardo Tesi & Banditaliana. Compositore e organettista pistoiese di fama internazionale, considerato uno dei musicisti più audaci e autorevoli della nuova scena world europea, Tesi è il fondatore del progetto Banditaliana nato nel 1992. La loro è una musica senza frontiere, innovativa ma legata alle radici, una sintesi di ampio respiro tra forme e riti della tradizione toscana, profumi mediterranei, improvvisazioni jazz e canzone d’autore. La band di Tesi (organetto diatonico) è composta da: Claudio Carboni (sassofoni), Maurizio Geri (chitarra, voce), Ettore Bonafé (percussioni), Gigi Biolcati (percussioni).
Programma ancora più intenso quello di sabato 23, ultimo giorno del festival. Alle 17 la performance con gli allievi che hanno partecipato ai corsi di strumenti e danze tradizionali, in collaborazione con le Bande e i docenti, diretti da Checco Pallone. Alle 19:30 l’esibizione della Banda Musicale “Raimondo Reda” 1994 di Mendicino.
Alle 20, in piazza Municipio il concerto di Officina Zoè, il gruppo nato nel 1993 da un’idea di alcuni artisti salentini di far rinascere la propria tradizione musicale, focalizzandosi sulle peculiarità locali e sulla ricerca costante della trance e della ciclicità insita nel ritmo arcano dei tamburelli e intrisa di minimalismo nella musica e nel canto. Il gruppo vanta numerose partecipazioni ad importanti festival nazionali ed internazionali di musica, il loro ultimo lavoro discografico Mamma Sirena del 2015 è un disco tradizionale sui canti del mare, fatto di canti inediti di pescatori ormai persi nel tempo.
La formazione attuale è composta da Cinzia Marzo (voce, flauti, tamburello e castagnette), Donatello Pisanello (organetto diatonico, chitarra, mandola, armonica a bocca), Lamberto Probo (tamburello, tamborra, percussioni salentine varie: cupa cupa, lavaturu, violino a sonagli), Giorgio Doveri (violino, mandola), Luigi Panico (chitarra, mandola, armonica a bocca),Silvia Gallone (tamburello, tamborra e voce).
A chiudere Radicamenti, alle 21:30 in piazza Duomo, l’Orchestra di Piazza Vittorio. Musicisti che provengono da dieci paesi e parlano nove lingue diverse. Insieme, trasformano le loro variegate radici e culture in una lingua singola, la musica. Partendo dalla musica tradizionale di ogni paese, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, si arriva alla sonorità unica dell’OPV. Nasce nel 2002 all’interno dell’Associazione Apollo 11, un progetto sostenuto da artisti, intellettuali e operatori culturali che hanno voluto valorizzare il rione Esquilino di Roma, dove gli Italiani sono una minoranza etnica.
L’OPV rappresenta una realtà unica, è la prima ed unica orchestra nata con l’auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo ed ora di fatto nostri concittadini. Tra musicisti che partono e altri che arrivano, cambia il suono dell’orchestra senza mai tradire la vocazione iniziale a sfide nuove e orizzonti aperti al mondo intero. Una fusione di culture e tradizioni, memorie, sonorità antiche e nuove, strumenti sconosciuti, melodie universali, voci dal mondo.