Sequestro a Margherita. Case autorizzate in area a rischio, indagato il dirigente De Martino
Oltre ottanta famiglie che, nonostante il sequestro, non dovranno comunque lasciare la loro casa. Su di loro, però, pende un rischio ancor più grave, almeno stando agli inquirenti: quello di poter vedere spazzate vie le loro abitazioni da una possibile inondazione o da altri terribili effetti di un’imprevista ondata di forte maltempo.
Un rischio che è più che fondato se si considera che le oltre 84 villette di via Gelsomini in località Margherita di Crotone - perché di queste stiamo parlando - sono state costruire su un’area definita tecnicamente “R4”, ovvero “ad elevato rischio idrogeologico”.
Una condizione che pone un vincolo assoluto: quello dell’inedificabilità, e qui sta il problema giudiziario evidenziato stamani dalla Procura pitagorica, in particolare dal Procuratore Capo Giuseppe Capoccia e dal Sostituto Alfredo Manca, titolare delle indagini, e che ha portato al sequestro della zona e di tutti gli edifici presenti.
Le villette sono state sì costruite e con tanto di titoli autorizzativi ma che, in realtà, non potevano essere rilasciati. Così scatterebbe il reato di falso da parte dei progettisti e ciò che gli inquirenti definiscono come un “sonno della ragione” da parte di chi, invece, sarebbe stato deputato a controllare che nemmeno un chiodo venisse piantato in zona, ovvero i dirigenti pro tempore del Comune, paventando a carico dei funzionari Sabino Vetta, Elisabetta Dominijanni e Gianfranco De Martino l’ipotesi di abuso d’ufficio. Reati tutti però prescritti, dato che i fatti risalgono al 2006/2007.
Resta in piedi invece la contestazione del “disastro ambientale colposo” per l’ingegnere De Martino: “per non aver posto in essere condotte funzionali” ad evitarlo, scrivono i magistrati nell’ordinanza e che ritengono il pericolo più che plausibile, considerati i luoghi su cui insistono le abitazioni.
Intanto, e come dicevamo, le decine di famiglie potranno continuare a dormire, sebbene non sonni tranquilli, tra le mura delle loro case.
La Procura ha proceduto al sequestro ma ha nominato un custode giudiziario, l’attuale dirigente ai lavori pubblici dell’ente, Giuseppe Germinara.
Come a dire: il Comune è avvisato, in caso di emergenza e rischio di maltempo, dovrà far evacuare subito i residenti; Germinara avrà soprattutto l’obbligo “giudiziario” di far rispettare la prescrizione.
Il provvedimento è stato emesso dal Gip Michele Ciociola su richiesta del Pm Manca ed eseguito dai Carabinieri Forestale della Procura, dai loro colleghi del Comando Provinciale e del Gruppo Forestale pitagorico insieme alla Polizia Locale.