Cosche Arena e Nicoscia, 13 arresti in Emilia: sequestrati beni per 13 milioni
13 misure cautelari - di cui 7 in carcere e 6 ai domiciliari - sono in corso di esecuzione da parte dei carabinieri di Bologna, Reggio Emilia e Modena, col supporto dei colleghi del comando provinciale di Crotone. Ai destinatari dei provvedimenti - emessi dal Gip di Bologna su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia - viene contestata la vicinanza alle cosche di ‘ndrangheta degli Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto e di avere, in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome, società, beni mobili ed immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza. Sono in corso anche dei sequestri di beni per circa 13 milioni di euro e una trentina di perquisizioni locali che hanno visto impegnati oltre 250 carabinieri, con l'ausilio di unità cinofile ed elicotteri.
Maggiori dettagli saranno illustrati in una conferenza che si terrà alle 11 presso la Procura della Repubblica di Bologna.
12.30
Nel corso della mattinata, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Bologna, Reggio Emilia, Crotone e Modena hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal GIP di Bologna, Letizio Magliaro, su richiesta della locale Dda, Marco Mescolini, a carico di 13 soggetti (7 destinatari di custodie cautelari in carcere e 6 agli arresti domiciliari, tutti ritenuti contigui alle cosche Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.
L’accusa è di avere, in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome, società, beni mobili ed immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza, con l’aggravante di avere commesso i reati al fine di agevolare l’associazione mafiosa di riferimento.
Nel corso dell’attività sono altresì state effettuate 30 perquisizioni locali.
L’operazione costituisce l’esito di due filoni di indagine svolte dai Carabinieri di Reggio Emilia (Operazione “Zarina”) e Bologna (Operazione “Aurora”), condotte rispettivamente da giugno 2010 ad ottobre 2011 e da novembre 2011 ad ottobre 2012, aventi per oggetto, in gran parte, gli stessi personaggi, pertanto coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia in un unico filone investigativo.
A Reggio Emilia l’indagine traeva origine, nel mese di giugno 2010, da una segnalazione della locale Camera di Commercio e da un controllo dei carabinieri finalizzato a chiarire l’attività posta in essere da una società calabrese con sede operativa in Gualtieri (Re) e sede legale ad Isola di Capo Rizzuto (Kr), la “Autotrasporti Emiliana Inerti S.r.l. unipersonale”, il cui amministratore unico era Federico Periti. La successiva attività faceva emergere a monte di questi la figura di Michele Pugliese elemento di spicco delle cosche Arena -Nicoscia. Il boss della ‘ndrangheta, colpito da sequestro di beni nell’ambito di precedente indagine antimafia convenzionalmente denominata “Pandora” (della D.D.A. di Catanzaro e della Squadra Mobile di Crotone del 2009) era riuscito a intestare società ed altri valori a lui riconducibili a prestanome di sua fiducia. Tra questi rileva, tra gli arrestati nell’operazione odierna, Caterina Tipaldi, legata sentimentalmente al Michele Pugliese, che i carabinieri di Reggio Emilia chiamavano da subito “zarina” per l’ascendente che aveva sugli altri indagati, dando il nome a quella parte di indagine.
A Bologna le attività vennero avviate, nel novembre 2011, dalla Compagnia di San Giovanni in Persiceto (Bo), a seguito dell’incendio di alcuni escavatori presso una cava della società “Lame 91”, con sede a Castel Maggiore (Bo) ma con attività di estrazione in Sala Bolognese, presso la quale risultavano effettuare movimento terra alcune ditte calabresi, tra le quali la GA.MA. Trasporti F.lli Tipaldi di Isola Capo Rizzuto (KR) ed altre sempre del crotonese.
Le indagini, proseguite dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bologna, si sono poi concentrate in particolar modo sulla famiglia Tipaldi, originaria appunto di Isola Capo Rizzuto (Kr) ma da anni presente in Emilia Romagna ed in particolare a San Giovanni in Persiceto e Sant’Agata Bolognese, legata alle cosche Arena Nicoscia.
Le indagini hanno esaminato la condizione patrimoniale degli indagati, le attività economiche, la riconducibilità ad essi di tali attività, le relazioni e i rapporti intercorrenti tra gli stessi e con associazioni criminali di tipo mafioso operanti in Calabria; da questi accertamenti sono emersi i rapporti tra Salvatore Mario TIPALDI, fratello di Pasquale Tipaldi (assassinato alla vigilia di Natale del 2005), e la famiglia Pugliese, sempre di Isola di Capo Rizzuto, con particolare riferimento al citato Michele Pugliese, legato alle cosche Arena e Nicoscia.
Il rapporto tra la famiglia Tipaldi con le cosche Arena – Nicoscia è stato assicurato dal legame sentimentale tra Caterina Tipaldi, figlia di Salvatore Mario e residente a Sant’Agata Bolognese, e PUGLIESE Michele. Infatti la Tipaldi gestiva (almeno sino all’estate 2011 quando si interruppe la relazione) alcune aziende ubicate a Gualtieri (Re) a lei intestate per conto dell’allora compagno.
Dalle investigazioni di Bologna e Reggio Emilia emergeva che Caterina Tipaldisi era trovata a fronteggiare una situazione di grave crisi debitoria, nella gestione delle aziende tra le province di Bologna e Reggio Emilia a lei fittiziamente intestate dall’allora convivente Michele Pugliese.
Gli investigatori hanno ricostruito una rete di attività imprenditoriali, tanto in Emilia Romagna quanto in Calabria, strettamente connesse tra loro che, pur formalmente intestate a prestanome, venivano mosse da un’unica volontà criminale/imprenditoriale.
Gli accertamenti patrimoniali condotti dal Nucleo Investigativo di Bologna hanno consentito altresì di evidenziare la sproporzione tra i redditi dichiarati e le effettive disponibilità economiche di Michele Pugliese e dei suoi prestanome, che ha portato all’emissione del decreto di sequestro preventivo di aziende, alberghi, trattori e rimorchi, autovetture, unità immobiliari (tra cui 2 alberghi) in isola Capo Rizzuto (Kr), Viadana (Mn), Sant’Agata Bolognese (Bo) e Gualtieri (RE), nonché di tutti i rapporti con saldo attivo intrattenuti con istituti di credito o finanziari sul territorio nazionale. La stima per difetto dei beni sequestrati è valutabile in circa 13 milioni di euro.
Michele Pugliese, benché sottoposto a misure restrittive della libertà personale, avrebbe reinvestito i capitali illeciti derivanti dalla contiguità con le cosche Arena – Nicoscia, trasferendo di fatto le attività della società Pugliese trasporti (oggetto dei provvedimenti connessi all’operazione Pandora) nelle società intestate ai prestanome: Global D&G, GMP Autotrasporti, Aurora Autotrasporti, VI.TO. Trasporti, S.G. Trasporti e Muto Trasporti. Anche la società Nord Petroli, acquistata da Caterina Tipaldi nel giugno 2011, sarebbe stata parte di questo sistema e dopo appena tre mesi era passata, al termine della relazione tra Tipaldi ed Pugliese, alla madre di quest’ultimo, Carmela Faustini.
Pugliese, nonostante la limitazione ai suoi movimenti conseguenti alla detenzione ed agli arresti domiciliari, avrebbe quindi coordinato, pur non figurando, questa articolata serie di attività lecite in Emilia Romagna, impiegando poi gli utili derivanti in ulteriori investimenti a Isola Capo Rizzuto (Kr), dove si trovano, ad esempio, le due strutture alberghiere (Hotel Sala Verde, riconducibile a Carmela Faustini, e Hotel Fly, riconducibile a Vittoria, Mary e Doriana Pugliese) oggetto dei provvedimenti di sequestro.
Michele Pugliese è il figlio del noto Franco Pugliese (peraltro uno dei destinatari delle perquisizioni odierne), arrestato nel 2010 per la vicenda che coinvolse anche il senatore Nicola di Girolamo, cui avrebbe garantito l’elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania.
Custodia cautelare in carcere.
Michele Pugliese, alias “Michele la Papera”, nato a Crotone, 38 anni, residente ad Isola di Capo Rizzuto (KR), imprenditore, pregiudicato, detenuto per altra causa ed agli arresti domiciliari dal 16 luglio 2010, recidiva specifica;
Mirko Pugliese, nato a Crotone, 26 anni, residente ad Isola di Capo Rizzuto, commerciante, detenuto per altra causa dal 04.08.2012;
Giuseppe Ranieri detto Pino, alias “Zomba”, nato a Crotone, 22 anni, residente ad Isola di Capo Rizzuto, imprenditore, pregiudicato, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale;
Vito Muto, nato ad Isola Capo Rizzuto, 50 anni, ivi residente, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale,
Diego Tarantino, nato a Catanzaro 41 anni, residente a Crucoli (KR), recidiva specifica;
Federico Periti, nato a Crotone, 36 anni, residente ad Isola Capo Rizzuto, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale;
Mery Pugliese, nata a Crotone 35 anni, residente a Isola di Capo Rizzuto (KR), recidiva semplice.
Arresti domiciliari:
Caterina Tipaldi, nata a Crotone, 31 anni, residente a Sant’Agata Bolognese (BO), domiciliata a Gualtieri (RE), imprenditrice, compagna di Michele Pugliese;
Carmela Faustini, nata a Isola di Capo Rizzuto (KR) 59 anni, ivi residente, recidiva reiterata e specifica;
Vittoria Pugliese, nata Crotone, 38 anni, residente a Isola di Capo Rizzuto (KR);
Doriana Pugliese, nata a Crotone, 31 anni,residente ad Isola di Capo Rizzuto;
Anna La Face, nata a Crotone, 45 anni, residente a Guastalla (RE);
Salvatore Mungo, nato a Crotone, 27 anni, residente a Gualtieri (RE).
Il dispositivo ha inoltre previsto il contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili siti nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Crotone.
Questi i beni sequestrati ed il rispettivo valore.
Michele Pugliese, 3 unità immobiliari (Isola di Capo Rizzuto), 1.500.000; Mirko Pugliese, 4 autovetture, 60.000;
Ranieri Giuseppe, impresa Global D & G SRL (anche 4 mezzi) – GMP Autotrasporti Srl (15 mezzi), 3.000.000 di euro.
Carmela Faustini, Hotel Sala verde, impresa Nord Petroli (con 4 unità immobiliari in provincia di Reggio Emilia), impresa Aurora Autotrasporti Srl, 4.500.000 euro.
Doriana, Mery e Vittoria Pugliese, Hotel Fly Srl, 2.500.000 euro.
Vittoria Pugliese, 2 unità immobiliari (Mantova), 300.000
Caterina Tipaldi, 2 unità immobiliari (s. Agata Bolognese), 300.000
Diego Tarantino, imprese VI.TO Trasporti Srl – MUTO Trasporti – S.G. Trasporti, 150.000 euro.