Omicidio Carmelo Muià: funerali “riservati” per motivi di sicurezza
Funerali in forma strettamente privata quelli di Carmelo Muià, il commerciante di carni di 45 anni assassinato la sera di giovedì scorso, durante un agguato, davanti alla sua abitazione di via Dromo a Siderno, nel reggino. Muià è stato freddato con sette colpi d’arma da fuoco che lo hanno raggiunto alla testa, al torace e alle spalle; ferito gravemente era stato trasportato nell’ospedale di Locri dove è però morto subito dopo.
Il provvedimento di far svolgere le esequie in modo “riservato” è stato preso dal questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, per “scongiurare che la celebrazione dei funerali possa rappresentare occasione propizia per la commissione di azioni di rappresaglia, iniziative intimidatorie o illegali” viene specificato dalla polizia.
Muià era ritenuto infatti intraneo alla cosca di ’ndrangheta dei “Commisso” di Siderno, clan con ramificazioni in Canada, Argentina ed Australia, attivo nel narcotraffico e con infiltrazioni negli appalti pubblici e nel racket delle estorsioni.
Il 45enne era stato condannato per mafia a 6 anni nel processo “Crimine” e - in primo grado - a 7 nel processo “La Morsa sugli appalti”.
Quello di Muià è il quattordicesimo divieto di funerali in forma pubblica e solenne che il Questore, dal 2015 ad oggi, ha emesso nei confronti di presunti appartenenti a cosche criminali della provincia ed “è l’ulteriore conferma – spiegano dalla questura dello Stretto - della linea di fermezza adottata dalle Istituzioni contro ogni possibile forma di illegalità ed a garanzia e tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”.