Rossano, Graziano: “perché si commissaria Atc? Gestione inefficiente”

Cosenza Attualità

Ambito Territoriale di Caccia, perché si commissaria invece di procedere al rinnovo delle cariche così come previsto dalle norme? E perché si nomina commissario chi fino a questo momento, non ha di certo brillato per trasparenza ed efficienza. Con la conferma di Tullio Giovanni Capalbo quale Commissario dell’Atc, la Regione non ha tenuto conto delle diverse sollecitazioni fatte pervenire dalla delegazione di Rossano”.

A dirlo è il delegato dei soci Giuseppe Graziano a nome degli oltre 600 iscritti della Atc/Cs2 invitando l’ente regionale ad “assumersi responsabilità, a verificare, controllare e invertire la rotta di una gestione che continua a caratterizzarsi per inefficienza, approssimazione e superficialità e, soprattutto, per mancata trasparenza. Graziano ribadisce ancora una volta l’assenza totale di dialogo e di coinvolgimento dei territori”.

L’Atc di Rossano sostiene che “non vi erano e non vi sono le condizioni per confermare, oltretutto per un tempo indefinito ed indeterminato, il Commissariamento straordinario dell’ambito Territoriale Di Caccia oltre che per l’area Cs2 (che conta 29 comuni), anche per le zone agro-silvo-pastorali destinate alla caccia programmata CZ1, CS1, CS3, VV1, VV2, KR1 e KR2, nelle province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone.

“Non ci risulta, almeno per quanto riguarda l’Atc/Cs2 – sottolinea Graziano – che le designazioni non siano state richieste entro il sessantesimo giorno precedente la scadenza ordinaria. L’elezione del Presidente – aggiunge – poteva e può essere fatta attraverso il che non è un organo politico ma è rappresentato, per legge, oltre che dai rappresentanti comitato di gestione della Regione, da due rappresentanti dei comuni compresi nell’ambito territoriale a gestione programmata della caccia, sei rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale legalmente riconosciute, sei rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali riconosciute presenti in forma organizzativa sul territorio; quattro rappresentanti scelti tra le associazioni di protezione ambientale presenti nel Consiglio nazionale per l’ambiente”.

“Figure, queste – conclude Graziano – che, a quanto ci risulta, ci sono; hanno dato disponibilità a comporre il comitato”.