Uno spazio tutto calabrese al Festival di Sanremo, ospite anche Isabella Freccia
Isabella Freccia, insegnante con la passione per l’arte dello scrivere, annovera al suo attivo ben cinque pubblicazioni, l’ultima delle quali, “Quell’amore che profumava di giuggiole”, ha registrato unanime consenso.
Dotata di un’arguta intelligenza e di una vivida fantasia, Isabella Freccia è persona che ama la cultura nella sua accezione più pura e semplice del termine, proiettando idee, emozioni, sensazioni del suo essere con un linguaggio capace di arrivare al cuore del lettore senza difficoltà alcuna, ma in modo diretto e sincero. Ecco dunque spiegato il segreto del suo ‘successo’, dell’adesione di tanti, tra concittadini e non, al suo talento comunicativo.
Ebbene, questa sua nuova pubblicazione, “Quell’amore che profumava di giuggiole”, dopo i notevoli riscontri positivi registrati nella città natia, in altri comuni calabresi e addirittura nel centro storico di Roma, approda adesso in località e contesto a dir poco esclusivi e degni di menzione. Alcune copie del libro saranno infatti esposte, nella prima decade del mese di febbraio (da domenica 4 a domenica 11), nella splendida cornice di Sanremo, in concomitanza con l’edizione n. 68 del celebre Festival della Canzone Italiana, nell’ambito di una serie di iniziative dedicate alle eccellenze della Calabria, in particolare di Corigliano e della Sibaritide.
Le esposizioni (creazioni d’arte, prodotti tipici, testi di autori locali) avverranno nel centro di Sanremo, dislocate sia in modo permanente che itinerante tra le hall di strutture ricettive, nonché presso associazioni del luogo, e saranno curate da un gruppo di giornalisti, blogger e operatori del mondo della comunicazione provenienti da diverse località italiane, in collaborazione con realtà culturali sanremesi e comunità di residenti, nell’ambito di un’iniziativa nazionale di marketing territoriale. Referente di zona, per il comprensorio Sibaritide-Pollino, è il giornalista Fabio Pistoia.
L’opera di Isabella Freccia sarà dunque tra i protagonisti nel periodo clou della città dei fiori, perla della Liguria e simbolo del Belpaese nel mondo. Un meritato riconoscimento che fa onore all’intera comunità e all’autrice, che nel suo testo ha sapientemente riportato ricordi che si perdono negli evi lontani, capaci di far da cornice ad un’avvincente storia d’amore tra due giovinetti, sbocciata sotto la coltre protettiva di una rigogliosa pianta. L’opera è un viaggio del cuore e nel tempo che accarezza la memoria, senza porre limiti alla creatività e al sogno. Alla stregua del volo di un gabbiano nell’azzurro del cielo, di un tuffo nell’acqua di un delfino, o più semplicemente di un sussulto di emozioni, Isabella Freccia regala al lettore un percorso, irto di difficoltà e dal finale tutt’altro che idilliaco, che i due protagonisti di questa sua opera compiono. Dapprima, da bambini, una sincera e pura amicizia; poi, il mutamento in sentimento d’altro genere, nell’età dell’adolescenza; quindi, nell’ormai consapevolezza del reciproco amore, la sublimazione del rapporto da meramente affettivo a sessuale, regalando scorci di unica delicatezza. Il tutto arricchito da numerosi quadri ritrattivi della Natura e delle sue incommensurabili bellezze.