Libera. Vittime di mafia, in Calabria la giornata regionale della memoria
L’assemblea regionale di Libera, tenutasi a fine settembre scorso, ha approvato all’unanimità la proposta avanzata dai familiari delle vittime innocenti della ‘Ndrangheta, di celebrare la prima giornata regionale della memoria e dell’impegno, che si terrà a Vibo Valentia il 21 marzo.
Come è stato annunciato, la XXIII Giornata Nazionale di quest’anno sarà celebrata a Foggia con il tema: “Terre: solchi di verità e di giustizia”.
Il 21 marzo, dunque, sarà un appuntamento che vedrà altri 4 mila luoghi significativi sparsi in tutta Italia, dove migliaia di cittadini, studenti, rappresentanti delle istituzioni si ritroveranno per ascoltare la lettura dei circa mille nomi delle vittime.
“La sofferenza degli innocenti – spiega Don Ennio Stamile, Referente Regionale di Libera Calabria - contribuisce ancora di più ad allargarne il mistero. Dinanzi ad essa restiamo muti, disorientati, consapevoli della nostra fragilità e piccolezza. Anche noi cristiani se non alziamo lo sguardo verso la croce di Cristo, rimaniamo non solo privi di parole ma anche incapaci di riflettere, pregare ed agire secondo quanto la stessa “Parola della Croce” esprime”.
“Essa – ricorda ancora Don Stamile - è innanzitutto il grande abbraccio del Padre che nella sofferenza innocente del Figlio raggiunge e redime ogni umana sofferenza. Credo che in questo grande abbraccio davvero tutti, credenti e non credenti possiamo riconoscerci. La giornata della memoria non è solo un vago ricordo del sangue innocente provocato dalle mafie ma, innanzitutto, un voler “abbracciare” i loro familiari e le immani sofferenze di cui sono portatori. Solo questo stare accanto – conclude - ci consente davvero di poterne ascoltare le storie ed il loro grido per ottenere verità e di giustizia.
Il territorio vibonese, ricorsa ancora il referente di Libera vive un momento davvero drammatico della sua storia. Criminalità organizzata diffusa e radicata, traffico di stupefacenti, racket ed usura, omertà, collusioni e corruzioni che hanno raggiunto negli anni scorsi apparati istituzionali preposti al loro contrasto, violenza e sparatorie nelle strade causate anche da problemi legati alla devianza giovanile, disoccupazione, lavoro nero o sottopagato e molti altri che ben conosciamo.
“Dinanzi a questa drammatica realtà – afferma ancora Don Stamile - occorre non cedere alla tentazione di accusare gli altri per le loro mancanze, bensì interrogarsi prima ed impegnarsi poi, sul quel fronte che don Luigi Ciotti ha definito “il morso del più”. In virtù di ciò, siamo continuamente invitati a chiederci cosa ancora possiamo e dobbiamo fare”.
“Tale domanda, che risuona in fondo alla coscienza di ognuno, secondo il proprio ruolo – prosegue - coinvolge davvero tutti (nessuno escluso) inchiodandoci alle nostre personali responsabilità. Questo “morso del più” ci spinge a tracciare un percorso comune - ed a superare le polemiche che non conducono mai da nessuna parte - consapevoli che da soli non andiamo da nessuna parte. Per usare ancora una felice espressione di don Ciotti è solo il Noi che vince”.