Organizzavano turismo venatorio per cacciatori del nord. Sequestrati animali, fucili e munizioni
Tremila e 125 capi di avifauna, 28 fucili e 600 cartucce sono stati sequestrati a Corigliano Calabro. Quattro invece le persone denunciate per caccia illegale.
È emerso nel corso di un controllo dei carabinieri forestale che contestano ai coinvolti di essersi resi protagonisti di una attività di detenzione e commercializzazione di avifauna sistematicamente cacciata nell’area ionica e poi spedita nelle regioni settentrionali usando degli autobus di linea.
Questo il quadro ricostruire dall’operazione Osei 2, che ha visto impegnati militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e del Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza oltre alle Stazioni di Corigliano, Rossano ed Acri sotto il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.
Gli investigatori hanno scoperto quella che hanno definito come una vera e propria organizzazione costituita da cittadini di Corigliano e Rossano che gestivano l’attività di caccia riconducibile al turismo venatorio.
Una volta arrivati sul posto i cacciatori - provenienti in gran parte dalle provincie di Vicenza, Padova, Brescia e Bergamo - trovavano la massima organizzazione: alloggio, vitto, fucili e munizionamento per poter sparare a specie di avifauna protetta e non cacciabile.
I “turisti”, impegnati in un vero e proprio “tour venatorio” sarebbero stati accompagnati nelle battute, a Corigliano e Rossano, da persone del luogo che poi si sarebbero preoccupate di conservare le specie abbattute e spedirle successivamente con normali pacchi il cui contenuto era ignoto ai dipendenti delle società di autolinee usate per il trasporto.
L’operazione avrebbe quindi smascherato e smantellato una vera e propria organizzazione dedita alla caccia illegale. Un risultato ottenuto grazie a servizi di osservazione, controllo e pedinamenti eseguiti dai forestali che, una volta acquisiti tutti gli elementi, hanno bloccato i quattro in un piazzale a Corigliano.
Il gruppo era in quel momento a caricare su un autobus, in partenza per il Nord, pacchi con avifauna. Inoltre all’interno delle autovetture usate per il trasporto delle “confezioni” sono state trovate incustodite 250 cartucce.
A seguito dei controlli i militari hanno inoltre accertato la presenza in quattro scatoloni di 2.795 capi di avifauna per la maggior parte non cacciabile ed appartenente alla specie di “Fringilidi” (fringuelli, verdoni, cardellini, fanelli, verzellini, zigoli e peppole oltre a beccacce, beccaccini, alzavole, storni, allodole, pettirossi, capinere, merli, ghiandaie, cinciallegre minori e cinciallegre maggiori).
Il tutto era suddiviso in pacchetti più piccoli e selezionati per specie; altri 330 capi sono stati invece ritrovati all’interno di un magazzino di uno degli indagati insieme ad altro munizionamento incustodito oltre a 28 fucili di vario calibro che erano le armi messe a disposizione per i cacciatori che arrivavano dal nord Italia.