Archeologia: scavo clandestino scoperto a Vibo Valentia

Vibo Valentia Attualità

Numerosi pezzi di notevole importanza archeologica sono stati scoperti dai carabinieri in uno scavo clandestino a Vibo Valentia, nella zona Scrimbia, dove sorgeva l'antica città greca. Lo scavo archeologico clandestino, della lunghezza di 30 metri, parte dal garage di un'abitazione, e' stato scoperto dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza e del nucleo operativo provinciale di Vibo Valentia. Lo scavo riguarda la zona sacra di Scrimbia che fa parte dell'area archeologica dell'antica Hipponion, colonia greca risalente ad alcuni secoli avanti Cristo. All'interno dello scavo sono state trovate delle statuette votive e altri reperti che sono al vaglio degli esperti. Dentro sono stati trovati oltre cento sacchetti di reperti archeologici e oggetti votivi del V1 e V1 secolo A.C. che per Vibo Valentia non rappresentano una novita'. La vera novita' come e' stato precisato, e' che tra i reperti archeologici e' stato rinvenuto un frammento a figure rosse risalente al 1V secolo, vale a dire all'eta' arcaica, di cui non si aveva conoscenza, in quanto si pensava che a quell'epoca non ci fosse traccia di reperti del genere. Il cantiere, secondo gli inquirenti, era stato aperto dai tombaroli circa sei mesi fa ed ha messo in pericolo anche l'incolumita' pubblica in quanto la galleria attraversa una delle principali arterie del centro abitato. Motivo per cui occorrono delle verifiche tecniche. Al momento e' stata denunciata una sola persona di cui non sono state rese note le generalita'.Le indagini continuano per scoprire la banda di tombaroli che sta saccheggiando la citta'. "Vibo Valentia, la cittadina calabrese sorta sull'antica Hipponion, e' un grande museo all'aperto a cui diamo moltissima importanza ma , nonostante gli sforzi non riusciamo a proteggere per la presenza dei numerosi tombaroli che rappresentano un vero e proprio fenomeno" ha detto il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo. L'area presa di mira e' sempre quella della stipe votiva di Scrimbia, posta nel cuore del centro storico della città capoluogo. La stessa dove, nel 2000, i carabinieri individuano un cunicolo sotterraneo, con tanto di binari sui quali scorreva un carrello, scavato dai tombaroli in una delle zone più ricche di reperti dell'intera Calabria. La tecnica utilizzata e' sempre quella del cunicolo sotterraneo, ricavato all'interno di un appartamento per poter lavorare in tutta sicurezza e nella massima omertà di coloro che abitano nelle vicinanze e che sicuramente avranno notato il traffico. Al suo interno tutto l'occorrente per lavorare: ginocchiere, torce, pompa idrovora per aspirare l'acqua e quant'altro serviva per portare a compimento questo tipo di lavoro. Per il procuratore Spagnuolo si tratta di un'operazione straordinaria, che consente alla città di riappropriarsi del suo patrimonio archeologico: reperti pregiati pronti per il mercato clandestino, diretti probabilmente in Svizzera e in Germania. La direttrice del museo di Vibo, Maria Teresa Iannelli parla di un valore che si può quantificare dall'interesse suscitato dai clandestini, che hanno messo in piedi una struttura complessa e costosa, per appropriarsi di questo patrimonio. "La città, dopo la catalogazione dei reperti, alcuni anche di provenienza dell'Oriente greco e di importazione Artica, - afferma - potrà gustare la bellezza di questo patrimonio".