Cgil, presentato il progetto PresidioLegalitàCallCenter
È stato presentato questa mattina dalla Slc Cgil Calabria il progetto presidiolegalitàcallcenter, uno strumento già attivo sul sito della Slc Cgil Calabria (alla sezione segnala, nel campo presidio della legalità), per denunciare le aziende che non rispettano i contratti di lavoro.
Ha introdotto il discorso con tanto di prove Alberto Ligato, coordinatore regionale call center della Slc Cgil Calabria, alla presenza di Luigi Veraldi del Dipartimento Legalità della Cgil Calabria.
“Nella nostra regione – ha spiegato Ligato - ci sono 15mila addetti nel settore call center, di cui 5mila assunti con contratti di natura subordinata e che lavorano nelle grandi aziende altri 5mila assunti con co.co.co che rispettano in linea generale il contratto, ma ci sono altrettanti 5mila addetti assunti con contratti non regolari, con paghe minori (anche 2.00 -3.00 euro anziché 6,58 allora) e contributi spesso non versati”.
Il servizio – ha detto ancora Ligato – è in funzione e abbiamo già ricevuto le prime denunce riscontrando anomalie di pagamento orario, nel versamento dei contributi previdenziali e anche forme di pagamento che vogliono eludere il fisco, si notano pagamenti sottoforma di rimborso spese o trasferte mai effettuate. La nostra è una battaglia di civiltà e si rivolge a questi 5mila addetti precari che lavorano in piccole e medie imprese che in nessun modo onorano i contratti nazionali”.
“I committenti – ha sottolineato Veraldi agiscono con una modalità da caporalato, con il sistema di appalti assegnati al massimo ribasso, in un settore dove il costo del lavoro è 80% del costo complessivo, ad essere penalizzati sono inequivocabilmente i lavoratori sotto gli aspetti retributivi e assicurativi.
Alla presentazione del progetto è intervenuto anche Daniele Carchidi, segretario generale della Slc Cgil Calabria che ha dichiarato: “invitiamo la stampa a darci una mano in questa battaglia di civiltà e legalità, contribuendo a informare gli interessati e tutta l'opinione pubblica sui diritti e i salari spettanti ai lavoratori call center. La nostra rivendicazione è di sistema e ha una duplice valenza: la tutela di questi 5mila lavoratori e allo stesso tempo fare da agente regolatore contro gli appalti al massimo ribasso e dumping contrattuale. Non esiteremo a chiamare a responsabilità in solido le grandi aziende committenti – closa nita - che danno lavoro a queste piccole aziende che non rispettano i contratti e i diritti del lavoratore”.