Agguato ai fratelli Panuccio, si costituisce il presunto sparatore

Reggio Calabria Cronaca
Angelo Catanea

Una vera e propria caccia all’uomo, durata oltre una settimana, e conclusasi oggi quando Angelo Catanea, 33 anni, si è consegnato ai Carabinieri delle Stazioni di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Sinopoli.

Sull’uomo pendeva un fermo d’indiziato di delitto - emesso dal magistrato Anna Pensabene della Procura della Repubblica di Palmi - poiché ritenuto il responsabile del tentato omicidio dei fratelli Pasquale e Giuseppe Panuccio, feriti da alcuni colpi di pistola la mattina di lunedì scorso in località San Luca di Sant’Eufemia d’Aspromonte.

LE INDAGINI - condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Palmi, insieme ai militari delle Stazioni di Sant’Eufemia e Sinopoli, col supporto del Nucleo Investigativo di Gioia Tauro - si sono da subito orientate verso la matrice privata del gesto, data sia la personalità dei feriti, estranei a dinamiche di ‘ndrangheta, che le modalità della sparatoria che hanno fatto pensare ad un litigio, poi degenerato, tra i fratelli ed un altro soggetto.

Secondo gli inquirenti, la mattina del 5 febbraio scorso i Panuccio sarebbero usciti di casa con l’intenzione di parlare con Catanea ed i suoi congiunti per risolvere una diatriba familiare che si trascinava da anni. I due fratelli si sarebbero imbattuti nel 33enne nei pressi del ponte di località San Luca.

Catanea li avrebbe affrontati estraendo poi una pistola calibro 7,65 con la quale avrebbe fatto fuoco per quattro volte, ferendo gravemente i Panuccio, che furono portati d’urgenza all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria.

Dopo la sparatoria i Carabinieri di Palmi avevano individuato in Catanea il possibile autore del gesto e si erano messi fin da subito sulle sue tracce ma l’uomo, si sospetta anche grazie all’appoggio di soggetti vicini alla criminalità organizzata sinopolese, era risuscito a far perdere le sue tracce.

Nell’immediatezza gli investigatori misero in campo una vera e propria task force battendo fino a stamani le abitazioni e le campagne della zona, eseguendo numerose perquisizioni e controllando costantemente le vie di comunicazione con ei posti di blocco.

Catanea, probabilmente vistosi alle strette da questa imponente attività, stamattina ha così deciso di costituirsi e per ora, dopo il fermo, è stato trasferito nel carcere di Arghillà.