Sommossa carceraria ad Arghillà, Cosp: preoccupazione per scarse risorse
“Dopo mesi di reiterate e inascoltate richieste di miglioramento delle condizioni di detenzione in queste ore esplode la protesta pacifica segnata dalla rabbia e dalla sofferenza dei detenuti del carcere di Arghillà appartenenti a quattro regioni di residenza.
Dall'acquisto dei generi di prima necessità - informa una nota del sindacato Cosp, Coordinamento sindacale penitenziario - alle richieste più semplici di vita penitenziaria alla riduzione arbitraria dei giorni di fruizione dei colloqui con i propri familiari, fino all'utilizzo dei fondi riservati a questi ultimi. La pazienza dei detenuti che per mesi hanno chiesto invano la tutela dei propri diritti è cessata.
La gestione superficiale e approssimativa dei vertici dell'istituto - si legge ancora nella nota stampa - ha provocato tensioni e malumori non più sanabili con gravi ripercussioni del clima carcerario, provocando pesanti ricadute sul personale di polizia penitenziaria che da tempo denuncia continue vessazioni da chi mostra scarsissime capacità gestionali della casa circondariale di Arghillà. Una struttura voluta dall’amministrazione centrale quale modello all'avanguardia del sistema penitenziario italiano, gestita senza alcuna efficacia, in modo approssimativo e personalistico.
Il disagio crescente è la risultante diretta di azioni prive di ogni valutazione normativa e non più tollerate sia dai detenuti che dal personale che chiede il trasferimento in altre sedi nella impossibilità di svolgere il proprio lavoro in maniera serena. Il Coordinamento sindacale penitenziario al riguardo - si legge infine - esprime grande preoccupazione a fronte di una situazione che rischia di degenerare in presenza di scarsissime risorse non nelle condizioni oggettive di fronteggiare il diffuso malessere in un generalizzato clima di tensione che potrebbe sfociare in situazioni ben più gravi”.