Rapine seriali a Reggio Emilia, nella “banda” anche un crotonese
Un’azione fulminea: entravano nelle attività commerciali arma in pugno e col volto travisato, arraffavano l’incasso e poi fuggivano a piedi.
Il metodo era sempre lo stesso e a farne le spese, alla fine del dicembre del 2016 e nel gennaio successivo, prima una tabaccheria-edicola e poi un supermercato.
Entrambe le rapine sono state consumate a Reggio Emilia dove oggi la squadra mobile del capoluogo, coordinata dalla Procura, ritiene di aver fermato i presunti autori.
A finire in carcere sono stati così un 38enne napoletano, Vincenzo Ziccari, ed un 34enne crotonese, Guglielmo Drammis, tutti e due già gravati da precedenti specifici.
Per arrivare a loro gli investigatori sono stati abili a indagare su un particolare. Durante la rapina al supermercato, infatti, era stata notata allontanarsi dal posto un’auto con una ammaccatura, si presume guidata da un complice.
Analizzando il modello e il colore della vettura, una Renault Megane grigia, si è così circoscritte le indagini ai possessori, pregiudicati, di questo modello e residenti in provincia. Un riscontro esteso anche ai soggetti fermati, con precedenti per rapina e che gravitavano in ambiti criminali.
Una enorme mole di informazioni letteralmente sviscerata dalla sezione antirapina della Mobile che è riuscita ad individuare un giovane, residente nella bassa, titolare di una Megane grigia e controllato, in più occasioni, con soggetti che avevano precedenti proprio per rapina.
In particolare sarebbe emerso il legame tra il crotonese e un’altra rapina, ad una panetteria, per la quale l’uomo era stato condannato a due anni.
Gli investigatori hanno stretto il cerchio raccogliendo quelli che ritengono dei gravi elementi indiziari a carico del gruppo in relazione alla rapina nel supermercato.
Individuato poi il cosiddetto “palo” è stata eseguita una perquisizione dopo la quale il giovane, con alle spalle dei problemi di droga, ha deciso di collaborare con gli inquirenti confessando tutto agli uomini della Mobile. Dichiarazioni che avrebbero confermato in pieno la ricostruzione dei poliziotti e che hanno offerto anche nuovi elementi relativamente alla rapina del bar-tabaccheria.
Gli investigatori, infine, sospettano che i due siano responsabili anche di altri fatti simili avvenuti in provincia di Reggio e nelle aree limitrofe.