Assalto a un portavalori, bottino da 10mln. Era tutto finto, coinvolti due crotonesi
Un’indagine lampo della Squadra Mobile di Modena, durata meno di 48 ore, che ha permesso - nella notte appena trascorsa - di recuperare l’intera refurtiva sottratta ad un portavalori nella zona di Carpi, nel modenese, derubato nella nottata tra mercoledì e giovedì scorsi.
Ma la conclusione a cui sono arrivati gli investigatori è che non si sia trattato propriamente di una rapina: l’ipotesi è infatti che tra i due autisti del portavalori, un 35enne originario di Napoli e un 57enne nato in provincia di Crotone, ed un terzo soggetto di 44 anni, anch’egli originario del crotonese e residente a Reggio Emilia, vi sarebbe stata una sorta di collusione per inscenare l’assalto al mezzo e con lo scopo di impossessarsi del bottino e poi ricettarlo.
Le immediate e serrate indagini avviate nell’immediatezza dei fatti, arricchite con l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza ma anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno consentito di ricostruire quanto accaduto quella notte, facendo emergere un quadro indiziario diverso da quello ipotizzato inizialmente, ovvero della rapina che gli stessi protagonisti avrebbero voluto far credere.
Secondo gli inquirenti i tre si sarebbero dati appuntamento a Carpi e da qui sarebbero andati fino ad una rotatoria, in via della Pace, a Correggio, dove sarebbe avvenuto il trasbordo dei colli dal portavalori al furgone del terzo complice.
I due autisti interrogati nella notte non hanno però confessato. Gli agenti, pertanto, per paura che la refurtiva potesse sparire dalla circolazione, trascorrendo troppo tempo, hanno deciso di intervenire nell’abitazione proprio del terzo soggetto, che - messo alle strette - ha rivelato dove si trovavano i 20 pacchi, ovvero all’interno di un garage a Reggio Emilia e di una sua amica completamente ignara dei fatti.
Il valore della refurtiva, consistente in denaro, gioielli e orologi di pregio, ammonta a oltre 10 milioni di euro. I due autisti sono stati sottoposti a fermo, misura che non è stata predisposta per il terzo complice, essendo stato collaborativo e avendo fornito tutti i particolari dell’accaduto.