Palmi, al Liceo Alvaro incontro sul cosmopolitismo
Gli alunni e i docenti del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “Corrado Alvaro” di Palmi, hanno inaugurato giovedì scorso una riflessione sul cosmopolitismo, che ha avuto luogo presso l’Aula Magna dell’istituto, alla presenza della professoressa Assunta Carrà, Presidente della Scuola Superiore di Psicologia Applicata “G. Sergi” di Palmi, e del professor Memmo Saltalamacchia.
Ospite d’onore della scuola è stato il Magistrato Concettina Epifanio, nominato dal Csm Presidente del Tribunale di Palmi il 22 novembre 2017 e presentato dalla professoressa Aurora Di Certo.
La tematica generale dell’incontro, che rientra nel ciclo dei “Caffè filosofici dell’Alvaro” progettati per quest’anno dalla Dirigente Carmela Lucisano, è stata: Per una cittadinanza “cosmopolita”. L’identità tra scontri e incontri.
Dopo il saluto della Vicepreside Enrica Scolaro, la Epifanio è intervenuta esponendo da un punto di vista giuridico le problematiche connesse alla convivenza di cittadini di nazioni diverse sul suolo dello Stato italiano.
Il Magistrato ha ricordato che pace e giustizia non possono essere mai disgiunte e ha invitato a lottare contro la “globalizzazione dell’indifferenza”, che priva l’uomo della sua umanità e rende impossibile risolvere qualsiasi tipo di conflitto.
La professoressa Marafioti ha poi tenuto una conferenza dal titolo Cittadini del mondo tra identità e differenze. Rilevando che l’identità psico-sociale ha una struttura essenzialmente dialogica ed è condizionata dalla tradizione storico-culturale da cui emergono le norme che configurano l’ambiente di vita di ciascuno, la Marafioti ha sottolineato che negli ultimi decenni si assiste a due processi apparentemente opposti: l’omologazione culturale del “villaggio globale” e la chiusura autoreferenziale di individui e gruppi umani.
La docente ha indicato come possibile soluzione della dicotomia rappresentata dalla negazione nichilistica di ogni valore e dall’affermazione fondamentalista di una presunta verità assoluta un processo di ricostruzione identitaria: soltanto essendo “cosmopoliti” e contemporaneamente italiani, europei, occidentali, potremo lavorare all’edificazione di un mondo in cui non vi siano più né “super-uomini” né barbari.
Il ruolo dell’educazione nella costituzione dell’identità individuale e collettiva è stato approfondito dall’insegnante Carrà. Partendo dalla constatazione che esiste una relazione originaria tra pensiero e linguaggio, ella ha sottolineato la necessità di valorizzare la nostra cultura aprendosi nel contempo a quella delle altre nazioni.
I soggiorni di studio e ricerca all’estero costituiscono un’opportunità che le nuove generazioni devono cogliere per poter diventare autentici cittadini.
Il ruolo fondamentale delle leggi per la vita sociale di ogni tipo di gruppo umano è stato descritto da Saltalamacchia, che ha ricordato come la nostra tradizione culturale affondi le sue radici nel mondo greco-romano e nel Corpus Iuris Iustinianeum, il cui spirito va recuperato per poter ridefinire i compiti del cittadino nell’attuale contesto storico.
La mattinata è continuata con gli interventi degli alunni. Conformemente al principio che il dialogo autentico presuppone la capacità di farsi comprendere, e dunque di raggiungere un punto d’incontro anche linguistico, le riflessioni “teoriche” sulle modalità di relazionarsi all'altro” sono state intervallate dalla recitazione di poesie in lingua straniera: Fremd, Hermano, Intercultural Love, lette o addirittura composte dagli alunni di V BL, V AL e IV BL.
Il problema della crisi dell’Unione Europea, che ha mostrato la sua debolezza anche nel caso della gestione comunitaria dei flussi migratori, è stato analizzato da un punto di vista socio-antropologico dagli alunni di V AN.
Mediante scritte colorate e fotografie presentate attraverso un cartellone le adolescenti, sotto la guida della docente Maria Antonietta Romeo, hanno sottolineato come la crisi più profonda dell’Ue sia di natura identitaria e riguardi l’incapacità, da parte dei Paesi membri, di riappropriarsi della propria tradizione storico-culturale, improntata ai valori dell’ospitalità.
Parte rilevante di questa tradizione è la filosofia di Immanuel Kant. Nel suo scritto Per la pace perpetua, il filosofo introduceva già concetti estremamente attuali quali quello di “Ospitalità”, che definiva come “il diritto di uno straniero a non essere trattato ostilmente da un altro a causa del suo arrivo sul suo territorio”, ma anche come il dovere di questo “straniero” a rispettare le leggi e i costumi del paese ospitante.
Dopo l’esposizione del PowerPoint dedicato allo scritto kantiano da parte delle alunne di IV BS, il Magistrato Concettina Epifanio ha risposto alle domande poste da docenti e studenti, ricordando come ogni cambiamento è avviato da un impegno che ciascuno deve assumersi in prima persona.
Il dibattito si è concluso con il riconoscimento che soltanto il dialogo, consentendo di comprendere l’altro, potrà portare a conoscere sè stessi e a crescere insieme, maturando così un’identità autenticamente “comune”.