All Ideas. Lo spaccio un affare di famiglia che fioriva grazie a un ‘consolidato clima d’omertà’
Gli inquirenti se ne dicono certi: un altro duro colpo sarebbe stato quello sferrato stamani nei confronti di alcune famiglie della zona sud di Catanzaro che avrebbero gestito, in zona, il traffico di droga.
Il blitz è scattato quando nel capoluogo era ancora notte fonda. I Carabinieri della Compagnia locale sono entrati in azione eseguendo 15 misure cautelari che hanno portato sette persone in carcere e altrettante ai domiciliari; una è stata invece raggiunta da un obbligo di dimora.
Tra gli indagati vi sono anche cinque donne e sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, aggravato dalla disponibilità di armi, e detenzione e spaccio in concorso.
Il provvedimento che ha portato all’operazione di oggi, denominata “All Ideas”, viene fuori dopo un’indagine avviata dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei militari di Catanzaro a seguito dell’arresto in flagranza di Marcello Amato (che è considerato il capo dell’organizzazione), avvenuto il 6 novembre del 2014 e relativo all’omicidio di Alessandro Morelli.
Subito dopo l’assassinio di Morelli, gli investigatori avevano avvitato una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali. Grazie alle captazioni avrebbero acquisito non solo altri elementi relativi al fatto di sangue, ma anche scoperto il coinvolgimento del presunto autore del delitto - e di numerose altre persone tra loro parenti - in un vasto e fiorente mercato degli stupefacenti, soprattutto di cocaina.
IL QUARTIERE DAL “CONSOLIDATO CLIMA DI OMERTÀ”
Nonostante il contenuto delle intercettazioni fosse criptico, i carabinieri hanno ricostruito comunque alcune dinamiche e facendosi forza anche delle dichiarazioni rese degli acquirenti della droga, controllati nel corso delle indagini, hanno ricostruito una serie di episodi di compravendita di cocaina da parte del gruppo: una struttura prettamente a conduzione familiare e fortemente radicata sul territorio, nel quartiere “Pistoia”, oltre che coperta da “un consolidato clima di omertà”.
Una “ostilità sociale che caratterizza l’area” affermano gli inquirenti, ma che non ha fermato gli investigatori che sono ora arrivati a dare un duro colpo al sodalizio, disarticolando, ma anche ad identificare le principali piazze di spaccio, alcune delle quali sono note per una massiccia presenza di rom e costantemente presidiate da vedette (parliamo appunto dei quartieri Pistoia, Santa Maria e Lido).
I carabinieri hanno poi individuato due distinti canali di approvvigionamento dello stupefacente, che sarebbe arrivato in zona dalle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Inoltre, sono state scoperte e sequestrate armi e munizioni, oltre a denaro in contante e buoni fruttiferi per un valore di ben 330 mila euro, e ritenuti come il provento dell’attività di spaccio.
Tra i destinatari del provvedimento figurano dunque quello che è considerato l’ideatore dell’organizzazione, Marcello Amato, appunto, e i suoi tre diretti collaboratori, oltre ad undici persone che si ritiene coinvolte nell’associazione.
GLI INDAGATI
Queste le 15 persone indagate nell’ambito dell’operazione: Marcello Amato, che è ritenuto il capo dell’organizzazione; Carmine Amato, detto “Carminuzzo”, fratello di Marcello; Damiano Amato, fratello di Marcello; Fabio Bevilacqua, nipote di Fiore Bevilacqua; Fiore Bevilacqua, detto “U Montanaro”; Gianluca Bevilacqua, detto “Felice” e figlio di Fiore; Donato Bevilacqua, detto “Mario”; Fabio Buccino, cugino di Marcello Amato; Federica Caroleo, moglie di Damiano Amato; Anna Rosa Laganà, moglie di Fabio Buccino; Salvatore Laganà, fratello di Anna Rosa; Cosimo Morello; Eleonora Morelli detta “Monica”, cugina di Marcello Amato; Fiorina Morello, madre dei fratelli Amato; Annamaria Passalacqua, moglie di Marcello Amato.