Roccella Jonica: arrestati i tre scafisti dello sbarco del 3 marzo

Reggio Calabria Cronaca

Sono stati fermati i tre presunti scafisti dello sbarco del 3 marzo scorso quando, nel pomeriggio, la motovedetta CP326 della Guardia Costiera ha intercettato a largo delle coste, un’imbarcazione a vela battente bandiera americana.

Il natante è partito dalle coste greche la sera del 28 febbraio, imbarcando 74 migranti clandestini di varie nazionalità, in maggior numero curdi, iracheni, iraniani, afghani, pachistani e siriani.

A causa dell’avaria del motore, i migranti, fra i quali diverse donne e numerosi bambini, si sono ritrovati in balia del mar Jonio per quattro giorni.

Gli uomini della Guardia Costiera, raggiunto il natante, hanno trasbordato i profughi sulla motovedetta per trasferirli nel porto di Roccella Jonica dove ad attenderli, per le consuete operazioni, vi erano gli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Siderno, con la collaborazione della Sezione Navale della Guardia di Finanza di Roccella, di personale della Capitaneria di Porto e della Croce Rossa.

Nell’immediato, sono stati individuati e fermati tra gli immigrati tre presunti scafisti. La Polizia, infatti, insieme alla fiamme gialle, e coordinata dalla Procura di Locri, ha subito svolto i primi accertamenti investigativi e, raccogliendo d’iniziativa i riscontri necessari, ha identificato tre ucraini che sono stati fermati e portati in carcere.

Le indagini, svolte dagli agenti del Commissariato di Siderno, sono continuate anche i giorni immediatamente successivi, fuori dal reggino, così da raccogliere elementi che si sono rilevati poi essenziali per la prosecuzione del procedimento penale a carico degli indagati.

Il gip di Locri nella giornata di ieri ha convalidato i fermi dei tre scafisti e ha disposto lo loro custodia cautelare nella casa circondariale locale.

I migranti, dopo le attività di identificazione e fotosegnalazione svoltesi presso il Centro di primo soccorso istituito dal Comune di Roccella nell’edificio dell’ex Asl, hanno raggiunto diversi centri di accoglienza in Calabria, sulla base del piano di riparto regionale.