Delitto Dalla Chiesa: a sparare è stato un Alvaro. Pentito calabrese svela retroscena inquietante
Sarebbe stato un calabrese a uccidere il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro. Ad affermarlo è Simone Canale, nuovo collaboratore di giustizia, che ha chiamato in causa la cosca Alvaro per l’assassinio del generale avvenuto nel 1982.
L’uomo, che ha inoltre rivelato numerosi particolari sulle attività criminali degli Alvaro e sulle loro alleanze, in particolare con i Piromalli, indicandoli anche come responsabili dell’uccisione del boss di Gioia Tauro Rocco Molè, ha rivelato al pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria Giulia Pantano il nome dell’esecutore materiale degli omicidi.
Si tratterebbe del boss Nicola Alvaro che - secondo il racconto del collaboratore - nel 1982 avrebbe imbracciato un mitragliatore e avrebbe sparato contro l’auto su cui viaggiavano il prefetto Dalla Chiesa e la moglie.
Il nome di Alvaro è venuto fuori nell’immediatezza delle indagini, ma il boss è stato poi prosciolto e per l’assassinio del prefetto sono stati condannati Benedetto "Nitto" Santapaola e i componenti della "cupola" palermitana.
Il collaboratore è originario della provincia di Biella, ma era affiliato alla cosca Alvaro per volere di Nino Penna, un giovane rampollo della potente famiglia mafiosa calabrese incontrato in carcere dove il pentito ha trascorso quasi metà dei suoi 38 anni di vita.
Proprio dietro le sbarre, Canale sarebbe diventato la “pedina” di Penna, e il custode di molti segreti della cosca Alvaro. Segreti che il collaboratore sta raccontando ai pm della Dda dello Stretto.
L’attendibilità dell’uomo è stata riscontrata due anni fa, quando ha indicato i loculi del cimitero di Sinopoli dove la cosca Alvaro aveva nascosto parte del suo arsenale. Grazie alle dichiarazioni del pentito, infatti, i carabinieri hanno trovato una vera e propria “santabarbara”: fucili a canne mozze, armi da guerra (kalashnikov e bazooka) ed esplosivo con tanto di detonatori elettrici e micce a lenta combustione.