Maxi confisca, Vincenzo Alvaro la mente operativa dell’illecito
Un altro duro colpo è stato inflitto agli appartenenti alla famiglia Alvaro - ramo di Cosoleto. Il Tribunale – sez. Misure di Prevenzione, su richiesta del Procuratore di Reggio Calabria, Pignatone, ha disposto la confisca di 15 tra imprese e ditte individuali operanti, principalmente, nel settore dei servizi e della ristorazione. Si tratta di noti locali romani, tra i quali, il “Café de Paris” ed il ristorante “George’s” ed a cui si aggiungono quattro immobili di pregio, tre auto di lusso oltre a rapporti bancari, postali, assicurativi e denaro contante. Il tutto per un valore complessivo di 200 milioni di euro. I soggetti principali dell’indagine sono Vincenzo Alvaro, tutt’ora un esponente di spicco della omonima cosca più nota come “Testazzi” o “Cudalonga”, che si è rivelato la mente “operativa” dell’omonima cosca nella capitale, sin da quando, nel 2001, trasferitosi a Roma per scontare il periodo di sorveglianza speciale cui era stato condannato, si faceva assumere come “aiuto cuoco”, pur investendo ingenti proventi illeciti nell’acquisto di numerosi esercizi commerciali; e Damiano Villari, inizialmente soltanto prestanome dell’Alvaro, ma che con il passare del tempo ha assunto un ruolo di maggiore rilievo nell’ambito delle strategie economiche della cosca. Per arrivare al brillante risultato, con i provvedimenti oggi emessi dal Tribunale reggino, la Procura ed i finanzieri, nell’arco degli ultimi ventiquattro mesi, hanno sviluppato specifiche indagini tecniche, investigazioni finanziarie e bancarie, nonché informazioni tratte da segnalazioni di operazioni sospette provenienti dagli intermediari finanziari.