Corriere (Ami). Festa del papà: “non lasciamo i figli orfani di padri vivi”
“In occasione della ricorrenza della Festa del Papà non posso non dedicare tale giornata a tutti quei padri che, a causa di aspre conflittualità sorte in occasione di separazioni e divorzi, trascorreranno anche questo giorno lontani dai loro figli e che stanno civilmente e dignitosamente combattendo una battaglia legale per non perderli e poter contribuire attivamente alla loro sana crescita affettivo-relazionale”.
Margherita Corriere membro dell’associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, in vista della Festa del papà, vuole ricordare quanto il diritto alla bigenitorialità della prole sia sacrosanto e quanto i figli abbiano bisogno di entrambe le figure genitoriali per poter crescere in maniera armonica e serena.
“In occasione della ricorrenza della Festa del Papà non posso non dedicare tale giornata a tutti quei padri che, a causa di aspre conflittualità sorte in occasione di separazioni e divorzi, trascorreranno anche questo giorno lontani dai loro figli e che stanno civilmente e dignitosamente combattendo una battaglia legale per non perderli e poter contribuire attivamente alla loro sana crescita affettivo-relazionale”- aggiunge l'avvocato.
“La figura paterna rappresenta un saldo punto di riferimento etico e di traenza sociale per ogni bambino. Se viene meno tale riferimento il cammino dei figli si fa incerto, provocando in loro inquietudine e smarrimento. Essa - prosegue il presidente della Sezione Distrettuale di Catanzaro Corriere - è necessaria per acquisire una propria identificazione e rappresenta la spinta funzionale per l’ingresso nel sociale. La sicurezza che deriva da una figura paterna stabile è fondamentale per lo sviluppo relazionale della prole”.
Secondo il grande neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea, “la sua la figura è la più adatta a fare da guida ai figli per affrontare la realtà e confrontarsi con il mondo esterno, contribuendo a formare nella loro mente un modello di riferimento diverso da quello materno primigenio”.
La nota dell’Ami Calabria sottolinea che “all’interno della famiglia si individuano due modalità distinte di svolgere il ruolo educativo: il codice educativo materno e il codice paterno.
È essenziale che, per il bene dei figli e per il loro equilibrio, siano presenti entrambi i genitori: il codice materno è fondamentalmente affettivo, in quanto protegge e aiuta il bambino ad acquisire quella sicurezza di base che gli permette di affrontare la vita con equilibrio; il codice paterno definisce limiti e regole ed è altrettanto rilevante per la futura sicurezza del figlio, in quanto gli fornisce strumenti per raffrontarsi in maniera idonea con la realtà, indicando come interagire con essa, offrendogli maggiore fiducia e permettendogli di conquistare la capacità di frenare le emozioni, oltre che di costruire un’identità stabile, responsabile e autonoma”.
“Il padre è, pertanto, colui dal quale il figlio si sente protetto e accompagnato nella vita reale: un padre molto presente aiuta lo sviluppo dei figli che saranno più equilibrati e avranno meno probabilità di sviluppare problemi comportamentali, come evidenziato da una ricerca dell’Università di Oxford che ha preso in esame un campione di 6.000 bambini. Una ricerca che fa rilevare, in particolare, quanto sia essenziale la qualità del tempo trascorso con i bambini, più che la semplice quantità”.
“Alla luce di tutto ciò - conclude la presidente di Ami Calabria - si auspica che una coppia che si separa non alimenti conflittualità che coinvolgano i figli in negativi rapporti disfunzionali, deprivandoli di uno dei due genitori, bensì rammentino che rimarranno per sempre una coppia genitoriale che ha il dovere di mantenere, assistere, educare, dare affetto alla prole. Non lasciamo i figli orfani di padri vivi, di padri addolorati di non poter partecipare attivamente alla crescita dei loro bambini, padri depauperati della loro essenza vitale di essere genitori. Si farà tanto male a loro, ma ancora di più ai figli che cresceranno privati dell’affetto e della cura di un padre”.
Lo stesso Sigmund Freud affermava “non riesco a considerare nessuna necessità nell’infanzia tanto forte come la necessità di protezione del padre”.