Castrovillari, le tende dell’Avsi per il riscatto delle periferie
Allestiranno un vero e proprio campo i volontari dell’Avsi che, in occasione della Campagna nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi, daranno vita al progetto “Tende” che nel 2018 è stato intitolato “La casa dov’è” perché rivolto alla condizione dei migranti e di quanti vivono disagi nel mondo. Così sabato 14 aprile, con il patrocinio del Comune si terrà la Giornata di sensibilizzazione e solidarietà “Abitare le Periferie. Un nuovo inizio”. Un momento –evento di valenza regionale e condivisione con partecipazioni da ogni parte della Calabria.
Questo verrà aperto alle ore 9,30 nel Teatro Sybaris con Testimoni e personalità internazionali. In particolare con Costantino Esposito, docente di Storia della Filosofia presso l’ Università di Bari che interverrà su “Le nuove sfide: tracce di misericordia nella storia del mondo” e Wael Farouq, professore di Lingua e Letteratura araba presso l’Università del Sacro Cuore di Milano, che affronterà il tema “Costruire nella diversità: l’importanza del fattore umano”.
Il momento, moderato ed introdotto da Carla Bonifati del Centro Culturale “G. Angeloni” che ha aderito alla Campagna 2017/2018, prevede una proiezione video di testimonianza su “Le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo” del responsabile AVSI in Kenia, Antonino Masuri (con diverse esperienze alle sue spalle), e le conclusioni del Vescovo della Diocesi di Cassano allo Ionio, Francesco Savino. Un’occasione che genererà, provocherà e solleciterà domande tra le tante adesioni.
Si continuerà, poi, nella serata, alle ore 20,30, con l’opera teatrale (nella quale verrà testimoniata la bellezza del lavoro come luogo in cui si realizza la dignità dell’Uomo) “Giuseppe il misericordioso” dell’attore Pietro Sarubbi, i cui proventi andranno per i progetti dell’anno. Questi sono per ospedali aperti in Siria (nazione interessata, tra l’altro, qualche giorno addietro dalla uccisione di donne e bambini nonché da centinaia di feriti, anche gravi, per un sospetto attacco chimico – come registrato e riportato da testate giornalistiche estere e nazionali- contro i ribelli a Duma roccaforte di questi nella Gutha orientale alle porte di Damasco), un asilo in Iraq per Qaraqosh, come a Casa in Uganda e per attività di aiuto allo studio in Italia.
“La Fondazione AVSI – dichiara la responsabile locale , Antonesca Forte- è un’organizzazione non governativa , ONLUS, nata nel 1972, ed impegnata con oltre 100 progetti e più di cooperazione allo sviluppo di 30 Paesi nel mondo: Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia. Il Titolo delle iniziative di quest’anno- aggiunge – vuole dare l’idea di come s’intende la Casa: un luogo dove ci si sente sicuri, accolti, curati nel corpo e nell’anima grazie ad una trama di relazioni nelle quali sperimentiamo un aiuto speciale pensato per noi.”
“La casa dov’è?” quest’anno, poi- ci viene riferito- , ha la densità dell’autore russo Dostoevskij e il ritmo delle canzoni di Jovanotti, nello specifico di una. L’autore di “Delitto e castigo” fa dire a un certo punto a uno dei suoi personaggi queste parole: “Bisognerebbe proprio che ogni uomo avesse almeno un posto dove andare”. E Jovanotti nella sua canzone “Questa è la mia casa”, si chiede: la mia casa dov’è?”
“Il capofila degli eventi che richiama tutto ciò e all’urgenza di uno sguardo diverso sull’Altro ha pure il volto di Myriam, 14 anni, originaria di Qaraqosh; nel 2014 fu costretta a lasciare la sua città, occupata dall’Isis. Con la sua famiglia trovò rifugio in un campo per sfollati a Erbil dove fu intervistata da una tv irachena. Il racconto della sua esperienza, drammatica ma senza alcun odio, fece il giro del mondo. Per tutti Myriam ora è “la bambina che perdonò l’Isis”. Nel suo volto quello di tanti piccoli che chiedono un posto sicuro dove poter tornare, crescere, imparare. AVSI ha seguito in questi anni le tracce di Myriam nel campo di Erbil e ora intende sostenere il ritorno suo e della sua comunità a casa. Le truppe dello Stato islamico sono state cacciate da Qaraqosh e dalla piana di Ninive, quindi gli sfollati stanno lentamente rientrando e hanno bisogno di aiuto. Il progetto che in particolare sosteniamo quì è la ricostruzione di un asilo. Un asilo che non è solo “casa” per i bambini più piccoli.”